
PRADA ACQUISTA VERSACE. IL BRAND DELLA MEDUSA TORNA IN ITALIA
Il 1° aprile 2025, Donatella Versace lascia la direzione creativa di Versace dopo 28 anni e assume il ruolo di chief brand ambassador. Al suo posto è subentrato Dario Vitale, ex direttore creativo di Miu Miu. Se ne parlava da tempo, pertanto la decisione non è stata un fulmine a ciel sereno. Non sorprendono nemmeno i tempi in cui è avvenuto il cambio, perché dopo la fashion week era il momento giusto per comunicare l’ingresso, già previsto, di Vitale.
È sempre Donatella, il 10 aprile, ad annunciare con un post sui social che il Gruppo Prada ha acquisito il 100% di Versace da Capri Holdings, colosso americano che opera nel settore moda, per un valore di 1,25 miliardi di euro dopo settimane di trattative. Insomma, il brand della Medusa torna in Italia dopo 7 anni e come assicura Patrizio Bertelli, Presidente del Gruppo Prada: “L’estetica audace e senza tempo di Versace avrà una continuità”. L’operazione segna la nascita di un nuovo colosso del lusso italiano, con un fatturato combinato di oltre 6,4 miliardi di euro annui, e rafforza la posizione di Prada come uno dei principali player globali del settore. “Siamo pronti per questo nuovo capitolo. Amiamo il brand, abbiamo un sacco di idee. Abbiamo un piano e soprattutto un team”, ha dichiarato il ceo di Prada Andrea Guerra, sottolineando che Versace manterrà la propria identità. Un concetto ribadito anche da Lorenzo Bertelli, figlio di Miuccia Prada e Patrizio Bertelli, oggi alla guida della strategia CSR del gruppo: “Siamo consapevoli che Versace ha caratteristiche diverse dai nostri brand, ma non faremo una rivoluzione. Lavoreremo con rispetto e visione di lungo termine”.
L’estetica riconoscibile di Versace nasce nel 1978 quando Gianni Versace fonda la sua Maison con il fratello Santo e Claudio Luti a colpi di stampe, drappeggi, maglie metalliche e modelli carichi di sensualità, infatti lo stesso stilista aveva affermato: “Quando le persone guarderanno Versace dovranno sentirsi atterrite, pietrificate, proprio come quando si guarda negli occhi la Medusa”. Nasce così un brand iconico durante la prima sfilata presso la Permanente di Milano. Con le sue collezioni in grado di esaltare il corpo di ogni donna, Gianni Versace segna profondamente gli anni ’80 e ’90. Al suo fianco, ben presto, troviamo anche sua sorella Donatella Versace che diventa lei stessa ambasciatrice del marchio.
Negli anni ’80, Gianni Versace è il primo stilista a utilizzare l’oroton, il tessuto tecnologico per realizzare una serie di abiti. Si tratta di una particolare maglia metallica che, a differenza dell’armatura scelta da Paco Rabanne, mostra una mano morbida e un peso leggero per creare dei vestiti oro e argento. In breve, questi abiti diventano un segno distintivo del suo stile, riproposti in chiave artistica citando Klimt o per valorizzare la figura di Patty Pravo al Festival di Sanremo 1984.
Lo stilista calabrese propone, poi, stampe psichedeliche, riferimenti all’arte Classica Greca e Barocca. Durante il suo viaggio a New York scopre l’influenza della pop art e così decide di realizzare una collezione che rende omaggio a Andy Warhol. Nel 1991, infatti, porta in passerella abiti coloratissimi e carichi d’ironia con stampe che riproducono James Dean e Marilyn Monroe.
Negli anni ’90 si guardava al minimalismo e Versace propone il nero totale, ma lontano dall’austerità realizzando una collezione post punk, dove l’assenza del colore è dominata da dettagli bondage e spille da balia XL che chiudono tagli e gli abiti sono enfatizzati da provocanti scollature e vertiginosi spacchi. A consacrare il brand della Medusa sul red carpet internazionale è Elizabeth Hurley quando, nel 1994, accompagna Hugh Grant indossando il Pin Dress, una delle creazioni Versace.
La direzione creativa di Gianni Versace si interrompe bruscamente il 15 luglio 1997, quando lo stilista cinquantenne viene colpito da due colpi di pistola sugli scalini della propria abitazione a Miami Beach. Da quel momento è Donatella ad assumere la direzione creativa per quasi trent’anni, ora è giunto di il momento di scrivere un nuovo capitolo.
Simone Lucci