Barbara Bellomo ha la passione dei siciliani e il piglio deciso dei tedeschi nelle vene, i capelli biondi, il colorito diafano e un parlare diretto e asciutto. La storia e la ricerca della memoria di chi ha vissuto altre epoche sono per lei un lavoro.
Ha conseguito un dottorato in storia antica all’Università e vissuto la storia con curiosità. Di essa è intriso ogni suo romanzo: i tre gialli la cui protagonista è Isabella de Clio, un’archeologa cleptomane e l’ultimo romanzo edito da SalaniIl libro dei sette sigilli”, la cui prima stesura è stata cancellata dalla Bellomo perché, come lei afferma, “non era il romanzo che volevo”.

È un mistery storico, intrigante e ricco di colpi di scena, che vede protagonista una scrittrice di libri d’avventura di nome Margherita Mori affetta da ipermnesia, un disturbo della memoria che la porta a ricordare ogni singolo dettaglio della sua esistenza, anche il più doloroso, vivendo in sincronia passato e presente.
Questa patologia l’aiuterà a capire il mistero nascosto dietro l’apocalittico libro dei sette sigilli consegnato all’umanità dalla profetessa Anna. Personaggio biblico, di cui si fa cenno nel Vangelo secondo Luca e restituita alla vita dalla Bellomo. 

È un libro che desta interesse tra gli artisti che lo hanno dipinto in affreschi come Cimabue o ne hanno fatto film come Ingmar Bergman.
Esso è capace di modificare le sorti della storia dell’umanità.
Secoli dopo, Margherita pubblica un romanzo d’avventura, in cui racconta la storia di un libro apocalittico, protetto da sette sigilli. All’apertura di ogni sigillo si abbatterà sulla terra una catastrofe terribile.
Il romanzo di Margherita Mori cattura l’attenzione di un gesuita, padre Costarelli, figura molto accattivante, tanto da convocarla con urgenza presso il seminario.
Solo due giorni dopo il loro incontro, il religioso viene assassinato.

Il tenente dei ROS Erika Cipriani, donna dura ed antipatica, si occuperà delle indagini.
Molti interrogativi cercano risposta in un susseguirsi adrenalinico di inseguimenti rocamboleschi, archivi segreti e chiese avvolte nel mistero.

Margherita si trova coinvolta in un complotto che mette a repentaglio oltre che la sua vita, l’esistenza della intera umanità.

Un sole calante accende di giallo la pietra bianca del duomo di Siracusa e fa da cornice alla terrazza in cui si svolge la presentazione del romanzo. Qui abbiamo incontrato la scrittrice Barbara Bellomo.

Da dove nasce l’idea del suo thriller storico?
Volevo cambiare genere dopo la stesura di tre gialli. Il romanzo investigativo è stato molto più immediato mentre
 il mistery è stato molto più difficile da scrivere, sentivo però la necessità di cambiamento per non fossilizzarmi e crescere. Credo sia importante rinnovarsi anche se non sempre è facile.

La presenza della storia, con una evidente e importante ricerca di fonti, nel suo libro è preponderante. Le scene si dispiegano su più piani temporali, dalle guerre giudaiche alla occupazione nazista di Roma passando per la terza crociata e per l’inquietante suicidio di massa di Masada, c’è un intento voluto di riportare personaggi ed eventi caduti nell’oblio a nuova vita per non perderne la memoria?
Sicuramente sì, questo è un libro tutto sulla memoria, non a caso Margherita Mori è affetta da ipermnesia.

La storia è la memoria dell’umanità. Sicuramente, c’è tutta la mia passione per la storia e il desiderio di riportare in vita persone che come noi hanno amato, creduto, sognato per poi cadere nell’oblio. La scelta delle guerre giudaiche e del suicidio di massa di Masada è stata fatta per portare alla luce un episodio drammatico nella storia dell’umanità altrimenti poco conosciuto.

Il romanzo di Margherita Mori è contenuto nel suo romanzo, è un’idea particolare, perché questa scelta?
Mi piaceva che il personaggio del mio libro fosse una scrittrice, come me. Che fosse una donna fragile, ma al contempo piena di coraggio e determinazione quando scoprirà che la sua vita è in pericolo.

Da qui l’idea di scrivere un romanzo dentro il romanzo. Non è stata un’idea immediata, prima è nata Margherita Mori e poi l’idea di scrivere il suo romanzo per rendere la lettura quanto mai scorrevole, perchè comunque è un thriller che va letto anche sotto l’ombrellone e non un libro di storia.
Scrivere il libro nel libro velocizza la scrittura e aiuta il lettore a capire meglio la storia di questo libro apocalittico e profetico.

Le donne: Margherita schiva e inizialmente fragile. Ed Erika tenente dei Ros, dura, antipatica e incaricata di scoprire l’assassino del gesuita Costarelli. Sono due figure femminili apparentemente antitetiche, c’è qualcosa che le accomuna?
Sono due donne diverse nell’affrontare la realtà: Margherita mite, educata, sempre gentile. Erika, invece, entra nel romanzo a gamba tesa e fa di tutto per essere sgarbata soprattutto nei confronti degli uomini. Anche Erika però ha una sua fragilità che sta in un ricordo: la perdita di un compagno, deceduto quando era in missione in Irak.

Le accomuna l’onestà intellettuale. Poi sono donne molto coraggiose, rigorose e corrette.

Perchè nell’epigrafe è riportata una frase dello storico Marc Bloch?
Sono cresciuta con i libri di Marc Bloch, storico importantissimo nella mia formazione.

“L’Apologia della storia” è un libro che porto nel cuore. Mi piace il fatto che Marc Bloch abbia messo l’accento sull’importanza della storia degli uomini e non tanto della storia evenemenziale. E io volevo raccontare la storia delle anime degli uomini.

Il fascino di questo thriller storico scritto da una donna è tutto nel ripercorrere la storia in modo sapiente attraverso uomini e donne che l’hanno popolata e che Barbara Bellomo con le sue ricerche ha salvato dall’oblio dei secoli.
È un mystery intrigante scritto da una penna fluida e veloce. Lascia col fiato sospeso fino alle ultime pagine.

Francesca salvago

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