Fare vino? Sempre di più un business da superstar. Lunga la lista dei vignaioli vip. C’è Robin Williams con il marchio Rude Rise, Miraval di Angelina Jolie e Brad Pitt, che al tramonto della loro relazione si sono contesi a lungo la tenuta in Provenza. C’è il regista di “Star Wars”, George Lucas, proprietario della tenuta Château Margüi, con il suo marchio Skywalker Vineyards. C’è Snoop Dog con le sue bottiglie di “Snoop Cali Red”, c’è il Prosecco “Della Vite” della modella inglese Cara Delevingne, ci sono le bollicine di Kylie Minogue e il Sun Goddess della cantante Mary J. Blige, prodotto in Italia, in Friuli Venezia Giulia. E c’è Cameron Diaz, che in collaborazione con l’imprenditrice Katherine Power, ha lanciato una linea di vini organic. Ma nessuno dei sopracitati vip ha mai messo in piedi una campagna di marketing social tanto poderosa come quella di Cameron Diaz per l’etichetta Avaline. Rosso, bianco, rosè, o in versione cocktail con frutta fresca per un aperitivo, ma anche frizzante, pronto per essere sciabolato in giardino. Il marchio Avaline ha completamente monopolizzato il profilo Instagram di Cameron Diaz, diventato ormai un gigantesco spot. Il brand è nato nel 2020 dalla collaborazione fra l’attrice e l’imprenditrice Katherine Power (nota anche per il brand di moda Who What Wear).
“In una delle prime conversazioni che io e Katherine abbiamo avuto per produrre un vino più pulito ci siamo chieste: che cosa ci aggiungiamo? – racconta Cameron Diaz -. Abbiamo capito che non è quello che aggiungi, ma ciò che non aggiungi. La maggior parte del vino prodotto non viene da uve biologiche, e può contenere oltre 70 additivi. Questo ha completamente cambiato il modo in cui abbiamo progettato di produrre i nostri vini”.

Avaline nasce, infatti, dalla loro attenzione per la salute e il benessere, che, nel vino, si è tradotto in produzioni vegan-friendly, organic, non Ogm, senza glutine e senza aggiunta di zuccheri, coloranti o concentrati artificiali.

“Quando abbiamo iniziato a chiedere vini organici o biologici nei negozi di alimentari e nei ristoranti, tutto ciò che abbiamo ottenuto sono stati occhi al cielo – spiega Katherine Power –. Uno dei nostri obiettivi principali è quello di aumentare la presenza di vino ‘pulito’ sul mercato, rendendolo disponibile laddove il nostro consumatore già acquista”.

Sul sito, infatti, scrivono: “Conosciamo il contenuto di tutto ciò che entra nei nostri corpi, perché non il vino? Il nostro viaggio per rispondere a questa domanda ci ha portato a creare Avaline, deliziosi vini da agricoltura biologica, pieni di bontà naturale e privi di additivi indesiderati e non rivelati. Quando sappiamo cosa c’è nel nostro bicchiere, possiamo lasciare che il vino compia la sua magia: trasformare i pasti, suscitare amore e avvicinarci a coloro a cui teniamo. Tutti i nostri vini iniziano con uve biologiche certificate al 100%, il che significa che sono coltivate senza l’uso di pesticidi sintetici o erbicidi. Abbiamo scelto di produrre i nostri vini con uve biologiche perché l’uva è uno dei frutti della “sporca dozzina”, il che significa che può contenere più residui di pesticidi tossici della maggior parte, e vogliamo evitare la possibilità di tracce di contaminazione da pesticidi nei nostri vini.  

EMME22