“Lo Champagne è ormai ‘eternalizzato’, ma lo si può sempre scoprire da una nuova angolazione”, afferma Vincent Perrin, Direttore Generale del Comité Champagne.

Lei è toscana. Bella, intraprendente e di classe. Ha un passato nel fashion system con Roberto Cavalli. Si chiama Claudia Bondi ed è fondatrice e titolare di Perle&Perlage, un’agenzia di comunicazione.

Il lavoro di PR, anche nel settore enogastronomico, l’ha portata a conseguire il diploma di Sommelier Professionista. Vince concorsi nazionali: Master del Nebbiolo, Master del Sangiovese, e nel 2013 il titolo di “Ambassadeur du Champagne pour l’Italie” conferito dal Comité Interprofessionneldu Vin de Champagne (C.I.V.C.).

Cinema, moda, e champagne, queste le tre passioni che Claudia Bondi coniuga insieme. Ci propone, infatti, una piacevole sequenza di immagini sul tema: champagne nel cinema, nell’arte, nella moda. Un modo originale di raccontare le magiche bollicine apportatrici di gioia.

È Francis Scott Fitzgerald, autore de Il grande Gatsby, del 1925, ci mostra la Bondi, a lanciare lo champagne come bevanda mitica della generazione perduta, e il grande pubblico conosce il suo messaggio attraverso i film, che hanno narrato di Gatsby: quello del 1974 con Robert Redford e quello del 2013 con Leonardo Di Caprio.

Lo champagne era protagonista nel cinema già nelle pellicole della golden age di Hollywood. Lo troviamo nel 1942, in Casablanca, con Humphrey Bogart e Ingrid Bergman: Champagne Mumm e anche Veuve Clicquot fanno lì una delle loro prime apparizioni. Nel 1946, in Notorius si beve champagne nella scena del party. E la suspense scatta quando lo champagne finisce. Un classico dello stile di Alfred Hitchcock.

Nel 1954, la deliziosa Audrey Hepburn in Sabrina attende che il suo bello la raggiunga sul campo da tennis con lo champagne e due calici. Anni dopo, la stessa Audrey avrebbe nuovamente condiviso champagne sul set, stavolta con Gary Coooper, nella pellicola Love in the afternoon del 1957.

È poi universalmente nota la passione per lo champagne del più famoso agente segreto, James Bond: Dom Pérignon e Bollinger, nello specifico. Dom Pérignon ritorna nel film cult Fandango, del 1985. Qui un grande Kevin Costner invita gli amici ad andare a “disseppellire un certo Dom” (sì, proprio la bottiglia!).

La Bondi cita poi Pretty Woman, del 1990, con Richard Gere che insegna a Julia Robert come le fragole esaltino il sapore dello champagne. Affermazione che potrebbe far inorridire qualche purista della degustazione, ma sicuramente non il pubblico femminile che continua a sognare, ancora oggi, con la storia di Vivian ed Edward.

Sempre negli anni ’90, Claudia Bondi riporta alla memoria una scena di Four Rooms con Quentin Tarantino in cui l’attore-regista esalta la “Cuvée de Prestige” di Cristal, lo champagne dello Zar, e regala al pubblico un’affermazione divenuta famosa: “Io odio lo champagne, ma il Cristal lo adoro”.

Claudia Bondi passa poi a considerare il mondo dell’arte, offrendoci un interessante repertorio di notizie e di immagini.

Nel 1913 viene organizzata, presso il Musée des Beaux Art di Reims, la “capitale” della Champagne, una mostra dal titolo “L’arte dell’effervescenza: Champagne”. Un’occasione unica per il pubblico che può ammirare ben 370 opere: quadri, sculture, espressioni di arte vetraria, musica e cinema, che celebrano il legame dello champagne con l’arte. Legame già evidente da più di un secolo: pensiamo ai manifesti liberty di fine Ottocento in cui lo champagne e l’atmosfera spumeggiante del periodo costituivano un unicum. Emblematico il manifesto “France-Champagne” del 1891 del pittore Pierre Bonnard, divenuto simbolo di quegli anni. Nel 1899, all’Esposizione Universale di Parigi, si conobbe un nuovo mondo, quello della pubblicità, e questo avvenne grazie all’attività straordinaria dell’azienda Champagne Mercier. Eugène Mercier aveva già realizzato iniziative promozionali inedite. Con lui era nato il primo film pubblicitario della storia, girato nientedimeno che dai padri della settima arte, i fratelli Lumière. Era stato sempre lui a introdurre ante litteram il concetto di “experience” organizzando giri in mongolfiera con lo champagne. Durante l’esposizione universale di Parigi, Eugène Mercier conquistò il pubblico esponendo una botte con l’equivalente di 200 bottiglie.

“L’affinità dello champagne con l’universo della pubblicità e della moda è a tutt’oggi evidente – precisa Claudia Bondi -: molti stilisti si sono dedicati a creare delle edizioni speciali, spesso veri pezzi da collezione. Uno su tutti? Il designer e fotografo Karl Lagerfeld, l’uomo che ha legato il suo nome alla maison Chanel dal 1983 al 2019, anno della sua morte, ha valorizzato un’edizione limitata di DomPérignon Vintage 1998 creando un’elegante custodia per gioielli che protegge una bottiglia ricoperta da borchie dorate”.

Clementina Speranza

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