A seguito delle glaciazioni nella fascia prealpina, in un’area dolcemente collinare lambita da un clima mite, si è formata la verdeggiante e rigogliosa Franciacorta. In questo territorio a sud dell’azzurro lago d’Iseo, nasce Brut Green Vegan, il primo Franciacorta certificato secondo la filosofia e i criteri della qualità Vegana ideato da Mario Falcetti che dal 2008 dirige Quadra, azienda di proprietà della famiglia Ghezzi.

Vestito con una provocatoria etichetta verde, Brut Green Vegan non è esclusivamente un vino, bensì una visione, un modo di produrre, un’attenzione all’ambiente, l’unione tra tradizione e innovazione. “Il Vegan di Quadra è un vino, un’etichetta, un concetto rivoluzionario, almeno nell’attuale ambiente enologico, che a pochi mesi dal suo lancio occupava già il 7% delle nostre vendite – riferisce Mario Falcetti, direttore della cantina –. Vegan rappresenta una maschera, un personaggio in cerca d’autore in cui ciascun individuo vede quello che vuol vedere. Un vino innovativo che solitamente è classificato di moda oppure estremista. In realtà, le motivazioni alla base di Green Vegan sono più profonde, articolate e complesse di quanto appare a prima vista”.

Il Franciacorta vegano è la naturale evoluzione e concretizzazione di un pensiero di Falcetti che ha adottato un percorso enologico a basso impatto ambientale e che rispetta i tempi della natura. “Non ho mai utilizzato chiarificanti, in particolare quelli di derivazione animale come albumina, gelatina, caseina, colla di pesce che hanno la capacità di fissare le proteine disperse nel vino, renderle più pesanti in termini di massa, e separale dal vino. Si parla di chiarifica perché si sottraggono le parti sospese all’interno della bevanda, migliorando il colore del vino – precisa l’enologo –. Il metodo vegano rende i nostri Franciacorta immediati, di notevole piacevolezza ed eleganza, ma soprattutto adatti ai palati più esigenti, anche in termini di sensibilità a determinati allergeni”.

Lavorare secondo tali principi e raccontarlo nella massima trasparenza ai clienti, ha suggerito all’azienda la possibilità di certificare il prodotto.

Il mercato domestico è quello che noi gestiamo in maniera prioritaria – racconta l’enologo –. Quando affermavo che i vini sono privi di chiarificanti, sempre più acquirenti mi chiedevano una certificazione, così, mi sono rivolto al CSQA che mi ha consigliato di scrivere un disciplinare interno, certificato insieme al prodotto, dove anziché certificare delle negatività, attesto un concetto in positivo. Nasce, così, l’idea del vegano”.

Sempre a Falcetti si deve una lunga battaglia per la valorizzazione della tipologia Satèn, accompagnato da scelte comunicative audaci come il Gioco delle Cuvèe che ogni anno chiama esperti e critici a creare il proprio vino. “Satèn è un vino che rappresenta l’amore, un sentimento forte, costantemente alimentato, che travolge tutto, ma che possiede un equilibrio tra la fase razionale e irrazionale – riferisce l’enologo –. Sono stato il primo a credere in questa tipologia, prodotta esclusivamente in Franciacorta, all’interno di botti acciaio, e rappresenta l’unione tra: finezza, eleganza e bevibilità”.

Dalla sua ricerca e sperimentazione è nato anche EretiQ, l’unico Franciacorta a non utilizzare nell’uvaggio lo Chardonnay, scegliendo invece il blend di Pinot Nero e Pinot Bianco. “EretiQ nasce dalla volontà di esaltare due vitigni delicati ed eleganti, ma difficili da far esprimere: il Pinot Bianco e il Pinot Nero – precisa il direttore della cantina –. Ciò è possibile perché Quadra è una tavolozza su cui posso lavorare senza condizionamenti, con creatività, e dove esprimere la mia esperienza trentennale”.

L’esperienza lavorativa di Mario Falcetti inizia con il ruolo di massimo esperto di zonazione presso l’Istituto di San Michele all’Adige e l’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino (OIV). Successivamente, Falcetti si dedica alla vita aziendale, prima alla direzione di Contadi Castaldi fino al 2008, e poi direttore di Quadra dove l’enologo è riuscito a conciliare i due importanti elementi: la ricerca e la direzione d’impresa.

Sono arrivato a Quadra per conciliare il mondo della sperimentazione e della ricerca a quello imprenditoriale – spiega Mario Falcetti –. Con Quadra ho trovato nella famiglia Ghezzi un partner ideale, che ha permesso di esprimere questo concetto”.

Grazie a un approccio romantico non finalizzato esclusivamente al business, l’azienda ha sviluppato molti progetti con l’obiettivo di riportare al centro il vino, e la sua essenza come espressione di un terroir, donando alla bevanda un’identità più autentica. In un vino, infatti, non deve mai mancare un progetto. “Un vino senza un’idea non è altro che una bevanda – riferisce Falcetti –. Credo che un vino debba regalare un’emozione a chi lo beve. Ogni primavera mi propongo di modellare una nuova materia, ma lo spirito segue l’istinto come ha scritto sapientemente Patrick Sünskind nel romanzo Il Profumo, dove il protagonista afferma… formula, formula… non ho nessuna formula. Ho la ricetta nel naso”.

Il vino deve essere progettato pensando al futuro, infatti, il pensiero di Mario Falcetti è già proiettato al domani, per dar vita ogni anno un figlio, così ama definire i suoi vini, unico per blend, un’idea a termine, sviluppabile solo in quell’annata, perché come dichiara lo stesso enologo: “Ogni vino ha la sua genesi, la sua storia, un posto nella mia testa e nel mio cuore. Ognuno rappresenta un tratto del mio tragitto”.

Simone Lucci

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