La discussione intorno ai materiali dell’architettura è spesso incentrata sui grandi temi dell’innovazione dei sistemi e delle tecniche, e su alcuni momenti topici come il passaggio dalla tecnologia storica delle costruzioni in muratura portante ai sistemi puntuali (trave-pilastro) o, per restare nel campo dei materiali, dal mattone al cemento armato, all’acciaio.

Accanto a questi grandi temi, con la stessa valenza e dignità, si pongono settori considerati complementari, che invece nascondono una storia antica e che spesso si sono dimostrati terreno fecondo per la sperimentazione e l’innovazione. Ad esempio il settore della produzione legata al vetro, un materiale antichissimo, la cui peculiarità è quella di rinnovarsi continuamente grazie all’innovazione delle tecniche di produzione, complici le sue caratteristiche fisico-meccaniche, ma soprattutto grazie al fascino esercitato in epoca moderna sui creativi del settore dell’architettura e dell’arredamento.

Nelle parole di Vittorio Livi fondatore della Fiam, azienda nata nel 1973: “Il vetro è un materiale totalmente riciclabile e naturale, che nel tempo mantiene intatte le sue caratteristiche. Non c’è giorno in cui non si possa fare qualcosa con esso, e credo che sia il materiale più importante dell’era moderna”. La storia della Fiam si sviluppa parallelamente alla storia dell’innovazione della produzione nel settore del vetro, ed è la testimonianza di come essa abbia non solo saputo coglierne i cambiamenti, ma valorizzarli, soprattutto attraverso la collaborazione con designer di fama affermandosi, negli anni ’70, come punto di riferimento per la produzione di prodotti in vetro curvato.

La produzione di questa azienda è costellata di pezzi iconici: dalla poltrona Ghost firmata Cini Boeri, passando per la linea Waves disegnata da Ludovica+Roberto Palomba, fino a una delle realizzazioni più recenti, il tavolo Coral Beach di Mac Stopa.

Questi oggetti di design testimoniano un approccio estremamente moderno in cui i diversi momenti dell’innovazione tecnica e tecnologica sul materiale e del progetto creativo non sono subordinati l’uno all’altro, ma ciascuno diviene stimolo e indirizzo per l’altro. Come nella produzione della citata serie Waves, in cui Ludovica e Roberto Palomba non solo applicano il sistema DV-GLASS® ma traggono ispirazione da esso per creare un total living dalla progettualità plastica e tridimensionale.

Il sistema brevettato ed esclusivo DV-GLASS® nasce dalla volontà della famiglia Livi di produrre lastre di vetro di elevato spessore, razionalizzando e rendendo sostenibile il processo produttivo anche tramite l’utilizzo di lastre preesistenti accostate tra loro e fuse a elevate temperature, senza nasconderne le diverse trame.

Accade quindi, che, come avviene in un atelier di moda in cui la trama del tessuto fornisce allo stilista l’ispirazione per il modello, i designer danno forma a una serie di manufatti che valorizzano ed esaltano le caratteristiche del materiale.

La validità di questo approccio creativo è sancita già nel 2000 da un prestigioso riconoscimento ottenuto dall’azienda: il Compasso d’oro alla carriera. Un premio gestito dall’ADI, la massima autorità nell’ambito del design, che molto dice del ruolo che la Fiam ha rappresentato e rappresenta nel settore.

L’attività dell’azienda non si limita alla produzione, ma si impegna anche nel recupero del patrimonio storico. Nel 1992, infatti, la famiglia Livi acquista e restaura Villa Miralfiore, uno dei più celebri edifici storici di Pesaro, situata all’interno dell’omonimo parco cittadino e circondata da un bellissimo giardino “all’italiana”, facendone showroom permanente della FIAM, con la collaborazione di Rodolfo Dordoni. Questo spazio ospita, accanto a opere d’arte del passato legate al settore del vetro, i prodotti più rappresentativi dell’azienda, in un excursus storico e tecnico appassionante.

Maria Rita Grasso

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