Milano nasconde volti diversi, non è solo una città dedita al business, alla moda, agli affari, ma è anche un centro d’arte e di cultura in grande fermento.

Chi arriva per la prima volta nel capoluogo lombardo, infatti, non può fare a meno di visitare alcuni monumenti caratteristici prima di andare via.

Il Duomo, la Galleria Vittorio Emanuele II, il Teatro alla Scala, l’Arco della Pace, il Palazzo Reale, il Castello Sforzesco sono tra le costruzioni più famose, ma anche la Torre Velasca rappresenta un simbolo del boom economico milanese.

Progettata nel 1958 dallo studio di architettura BBPR, che si è ispirato alla torre del Filarete del Castello Sforzesco, la Torre Velasca è alta 106 metri con 26 piani che ospitano uffici e appartamenti privati.

Dopo oltre due anni di progettazione da parte dello studio Asti Architetti e 18 mesi di lavori, analisi materiche, studi documentali storici, la torre finalmente si riscopre alla città di Milano. Sono infatti iniziati i lavori di smantellamento dei teli e dei ponteggi che hanno coperto la Torre Velasca per consentire il delicato e complesso lavoro di restauro. Asti Architetti si è occupato del progetto di ristrutturazione e di rigenerazione della facciata nel rispetto dell’edificio originario, con la collaborazione dello studio CEAS per i lavori di risanamento delle facciate in stretto coordinamento con la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Milano, mentre Hines, in qualità di development manager e investitore del fondo HEVF Milan 1 gestito da Prelios SGR S.p.A., ha coordinato tutti gli attori coinvolti e supportato l’opera durante tutte le fasi del delicato processo.

“La mia storia professionale sostanzialmente si sviluppa proprio sull’esistente, nel contesto estremamente stratificato della città storica: il mio lavoro prende l’avvio sempre da una preesistenza. In questo caso la preesistenza è l’espressione dell’essenza stessa della rinascita Architettonica (e non solo) della Milano del dopoguerra, una responsabilità importante che mi riempie di orgoglio e di stimolo a restituire a Milano il suo gioiello riportandolo agli antichi fasti”, spiega Paolo Asti.

A fine settembre termina lo smontaggio del ponteggio su tutti i lati della Torre, mentre continueranno i lavori al suo interno, sempre su progetto dello studio Asti, che si concluderanno entro il 2023.

“Il progetto è caratterizzato dalla considerazione dell’immagine d’insieme della Velasca, nell’intento di identificare le funzioni ricercate della Committenza, riservando una particolare attenzione alla definizione del complesso edilizio, alle tipologie e ai caratteri architettonici delle unità interne di uffici e abitazioni – precisa Asti –. Questi diversi aspetti erano già stati studiati dai BBPR e messi a punto in tutti i dettagli, in connessione fra loro. Ogni unità è diversa dalle altre, sia negli uffici, sia nelle residenze, sia nelle unità commerciali ai piani base, rispecchiando la varietà compositiva delle facciate, lo studio degli interni, la distribuzione, il rapporto tra interno ed esterno, gli arredi fissi, i materiali di finitura e i colori”.

Dal 1958, la Torre Velasca non era mai stata oggetto di opere di risanamento, manutenzione e riqualificazione. Gli agenti atmosferici degli ultimi 70 anni hanno profondamente deteriorato la facciata dell’edificio che ormai aveva perso i colori originari, caratterizzati da tonalità cangianti in grado di variare a seconda della luce nelle diverse ore del giorno. Per riuscire a restituire la tonalità autentica che domina lo skyline milanese alla fine degli anni ’50, il team di lavoro ha condotto analisi scientifiche materiche sull’intonaco, studi sul campo, ricerche storiche documentali e recuperato testimonianze per ripristinare tutti gli elementi che costituiscono la facciata. L’intonaco individuato è stato successivamente studiato con Mapei al fine di creare un legante ad hoc, che prende proprio il nome di legante Velasca, in grado di restituire quell’atteso e particolare colore “rosa-grigio”.

Il lavoro di restauro delle facciate, tuttavia non è stato unicamente di natura estetica e architettonica, ma ha interessato anche il consolidamento strutturale. Grazie a queste efficienti sinergie e al supporto dell’architetto Belgiojoso, che ha concesso l’accesso agli archivi originali dei progetti della torre – la Velasca dunque sta per essere restituita alla città di Milano nel rispetto delle caratteristiche originarie, rinnovando alcune funzionalità in ottica di sostenibilità, di sicurezza e di vivibilità degli spazi.

Simone Lucci

RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Asti nasce a Milano il 4 settembre 1963 e si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1990. Dopo la prima esperienza progettuale presso Gregotti Associati, nel 2004 fonda a Milano lo studio “Asti Architetti”, oggi in via Sant’Orsola 8, nel cuore della città. Milano, la sua città è anche il luogo in cui opera. È l’architetto del real estate, della committenza privata, dalle banche alle assicurazioni, ai grandi operatori immobiliari che vedono negli investimenti in città grandi opportunità di business, ma è soprattutto un professionista attento e sensibile che si occupa della ristrutturazione e della ri-funzionalizzazione di palazzi storici cercando di interpretare al meglio le norme urbanistiche vigenti e le esigenze attuali dell’abitare che si è ritagliato un ruolo di tutto riguardo come “riqualificatore e trasformatore dell’esistente” nell’intento di riportare gli edifici a nuova vita e nella convinzione che gli immobili abbiano una loro potenziale continuità storica, che non debba necessariamente passare tramite la demolizione. Nel corso degli anni, infatti, l’attività di Asti Architetti si è specializzata proprio verso il recupero del patrimonio edilizio puntando a dare nuova dignità architettonica a edifici preesistenti. In questo senso sono già numerosi gli immobili di pregio siti nel cuore di Milano che sono stati oggetto di un restyling che rispondesse alle esigenze di un rinnovamento architettonico e di un adeguamento funzionale pur nel rispetto della specificità originaria dell’edificio come per esempio l’ex Palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ora sede di Starbucks, il recupero dell’ex Banco di Roma in piazza Edison, la riqualificazione della vecchia struttura anni Trenta in via Fabio Filzi 29, oppure il restyling della ex Torre Tirrena degli anni Cinquanta in Piazza Liberty e il restauro della Torre Velasca. L’attività dello studio che attualmente conta un nucleo operativo di circa 50 persone, spazia dal residenziale alla progettazione di uffici, al commerciale e si concentra in particolare su operazioni di riqualificazione di interi fabbricati storici realizzati tra gli anni Trenta e Sessanta nel cuore di Milano. Le  scelte progettuali sono caratterizzate da un forte rispetto ed una spiccata sensibilità per le linee delle aree limitrofe, con un occhio attento a dare un’immagine di modernità attraverso l’uso di materiali e soluzioni tecnologiche d’avanguardia ed ecocompatibili al fine di assicurare un deciso miglioramento del livello di qualificazione energetica dell’edificio sia in termini di bassi costi di gestione che di prestazioni energetiche elevate, nel rispetto di tutte le normative di riferimento.