CON FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER TRA LEGGENDA E DONNE DELL’ETNA

CON FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER TRA LEGGENDA E DONNE DELL’ETNA

L’Etna, patrimonio Unesco, vulcano attivo più alto d’Europa, è indicato spesso al femminile e lo si chiama anche “a Muntagna”; secondo alcuni studiosi, questo uso rimanderebbe alla leggenda che narra di una ninfa il cui nome era, appunto, Etna.

All’interno di ViniMilo, la più antica manifestazione etnea dedicata ai vini e alla gastronomia del grande vulcano, si è svolta una degustazione a cura di Fondazione italiana sommelier Sicilia guidata dalla vicepresidente Agata Arancio. L’incontro, intitolato “L’Etna declinata al femminile”, vede come protagoniste le donne e l’Etna. A introdurre la masterclass il racconto di Francesca Salvago, sommelier, che parla dell’aura di misticismo che permea il vulcano.

“Etna è un vulcano con un nome da donna. Per spiegarlo vi porterò nel mondo fantastico del mito. L’Etna nasconde infatti una serie di misteri suggestivi ed è protagonista di numerose leggende mitologiche che lo rendono carismatico.

Etna era una ninfa, una bella fanciulla figlia di Urano e Gea che, rispettivamente, sono la divinità del Cielo e la divinità della Terra. È per questo che nell’immaginario collettivo l’Etna è il punto di unione tra il centro magmatico terrestre e l’azzurro celeste – racconta Salvago –. Tra le tante leggende che riguardano il vulcano, la più popolare è quella della lotta tra il gigante Tifeo e Zeus, il re degli dei. Tifeo, uno dei Giganti figli di Gea e fratello dei Titani, era una creatura gigantesca, metà animale e metà uomo. Aveva testa d’asino e ali da pipistrello, serpenti sulle spalle e due draghi al posto delle gambe.

Mossi dal desiderio di spodestare Zeus, i Giganti intrapresero una lunga e sanguinosa lotta. Quando Tifeo irruppe sull’Olimpo, le altre divinità, non appena lo videro, si trasformarono in animali e scapparono. Sconfitto dal temibile avversario, che dopo averlo ferito lo imprigionò in una grotta, Zeus riuscì a guarire e a liberarsi grazie alle cure di Ermes. Poi, ritornato sull’Olimpo col suo carro alato, mise in fuga Tifeo, che si rifugiò in Sicilia.

La battaglia finale tra i due avversari si consumò dove oggi sorge il vulcano Etna. Tifeo stava per sferrare il colpo di grazia contro Zeus quando la sua mano venne fermata dalla ninfa Etna, che sottomise Tifeo avvolgendolo con il proprio corpo. E così Zeus trionfò sul mostruoso gigante, immobilizzato dall’incredibile forza della bella ninfa e poi scaraventato nel ventre della terra dove si crede sia ancora prigioniero. La leggenda spiega che la terra alle pendici del vulcano è straordinariamente feconda a causa della simbiosi tra il fuoco di Tifeo e il corpo della ninfa Etna. Per il popolo che lo abita, il vulcano è benevolo come una madre e nello stesso tempo ha in sé una grande forza distruttiva, temuta ma profondamente rispettata.

Etna è, quindi, donna e vulcano. Etna richiama la figura di una donna coraggiosa e carismatica, così come coraggiose e carismatiche sono le viticoltrici che hanno deciso di fare impresa alle pendici del vulcano, consapevoli della complessità presentate dal territorio e dalla coltura della vite”.

Novella Trantino, Carla Maugeri, Enza La Fauci, Margherita Platania, Irene Badalà, Giusy Calcagno, Alice Bonaccorsi, Maria Pia Madaudo, Martina Grasso, Alice e Sofia Ponzini, le imprenditrici che si sono brevemente raccontate nel corso dell’incontro. Erano presenti anche Aurora Ursino, premiata come migliore agronoma d’Italia 2021 nel corso della Vinoway Wine Selection 2022, Tina Merlino olivocoltrice, Valentina Rasà, sommelier, agronoma e chef che ha presentato un piatto che “racchiude il concetto di Etna”.

Il tutto tra le note del violino di Ilaria Bonanno, anche lei sommelier. 

EMME22

Ph Rosario Scalia

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