LEO MESSI E I LAUREUS AWARDS

LEO MESSI E I LAUREUS AWARDS

Dopo un anno in cui il più grande calciatore della sua generazione ha finalmente aggiunto la Coppa del Mondo FIFA alla sua bacheca, vincendo anche il Pallone d’Oro come miglior giocatore del torneo, Lionel Messi è salito sul palco due volte. Ha ricevuto il premio “Laureus World Team of the Year” in rappresentanza della nazionale di calcio maschile dell’Argentina e successivamente il “Laureus World Sportsman of the Year” (miglior sportivo dell’anno), premio che aveva condiviso con Lewis Hamilton nel 2020. Messi ha riscritto la storia dello sport durante la sua carriera e ha continuato a farlo stasera, diventando il primo atleta a vincere nello stesso anno il Laureus World Sportsman of the Year Award e il Laureus World Team of the Year Award.

La cerimonia dei Laureus World Sports Awards 2023, gli Oscar dello sport, che si è tenuta a Parigi, presso il Pavillon Vendome

“Per è un onore ricevere questo premio, soprattutto perché quest’anno i Laureus World Sports Awards si tengono a Parigi, la città che ha accolto la mia famiglia da quando siamo venuti qui nel 2021 – afferma Lionel Messi –. Voglio ringraziare tutti i miei compagni di squadra, non solo della nazionale ma anche del PSG, non ho raggiunto nulla di tutto questo da solo e sono grato di poter condividere questo riconoscimento con loro. Voglio ringraziare la Laureus Academy: ciò che rende questi premi così speciali per noi atleti è il fatto che vengono attribuiti da questi incredibili campioni, i miei idoli, e dà ancora più significato ai risultati sportivi che ho conseguito. Questa è la prima volta che vinco da solo il premio Laureus Sportsman of the Year. Dopo un anno in cui abbiamo finalmente vinto un altro trofeo che inseguivamo da tempo, la Coppa del Mondo FIFA in Qatar, è un onore per me poter tenere anche questa statuetta Laureus. Stavo guardando i nomi delle incredibili leggende che hanno vinto il Laureus Sportsman of the Year Award prima di me: Schumacher, Woods, Nadal, Federer, Bolt, Hamilton, Djokovic… sono davvero in ottima compagnia e basta questo per capire quanto possa essere orgoglioso. E sono ancora più felice che la squadra di cui ho fatto parte ai Mondiali sia stata premiata stasera dalla Laureus Academy. La Coppa del Mondo è stata un’avventura indimenticabile per noi, e non posso descrivere come ci si sente a tornare in Argentina e vedere cosa ha regalato la nostra vittoria alla gente del mio Paese. È stata un’esperienza che non potrò mai dimenticare. Voglio ringraziare l’Academy per aver onorato il nostro risultato. Pratico uno sport di squadra e l’Argentina ha vinto la Coppa del Mondo grazie alla nostra squadra. Essere riconosciuti all’interno di quella squadra, ed essere il primo atleta di uno sport di squadra a vincere il Laureus World Sportsman of the Year Award, è un onore straordinario per me. I premi individuali non sono il motivo per cui giochiamo, ma i Laureus World Sports Awards ci offrono un’opportunità unica per celebrare ciò che facciamo insieme a grandi atleti di altri sport. Infine, questa statuetta Laureus rappresenta più del successo sportivo, e questo è uno dei motivi per cui posso vedere dal palco grandi campioni di tutto il mondo dello sport: siamo qui per celebrare non solo gli atleti in questa sala, ma anche il lavoro svolto da Laureus su scala globale. Vorrei aggiungere il mio sostegno a Laureus Sport for Good e al lavoro che sta facendo usando il potere dello sport per cambiare il mondo”.

A ritirare I premi anche: Shelly-Ann Fraser-Pryce che ha ricevuto il Laureus World Sportswoman of the Year Award, la Nazionale maschile di calcio dell’Argentina il Laureus World Team of the Year Award, Carlos Alcaraz il Laureus World Breakthrough of the Year Award, Christian Eriksen il Laureus World Comeback of the Year Award, Catherine Debrunner il Laureus World Sportsperson of the Year with a Disability Award, Eileen Gu il Laureus World Action Sportsperson of the Year Award, TeamUp il Laureus Sport for Good Award.

I candidati ai Laureus World Sports Awards vengono decisi dai media di tutto il mondo e i vincitori vengono votati dai 71 membri della Laureus World Sports Academy, figure leggendarie degli ultimi 50 anni di sport, una giuria sportiva per eccellenza.

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UN VIAGGIO NEL TEMPO CON PAOLO VALENTI

UN VIAGGIO NEL TEMPO CON PAOLO VALENTI

Cosa manca in periodo di costrizioni pandemiche? Viaggiare! Anche il solo desiderare o immaginare un viaggio, organizzarlo, programmarlo sembra esercizio lontano e complicato. Chi per lavoro, in questi mesi ha comunque potuto o dovuto muoversi sa quante difficoltà, regole, vincoli e limitazioni ha dovuto affrontare per trovarsi poi a cercare gratificazione nelle piccole differenze dei contenimenti imposti. Ma il “viaggio” quello che fino a poco più di un anno fa potevamo organizzare senza tante complicazioni nel giro di una mezz’ora davanti al computer, quello che ci prometteva libertà, curiosità e sorprese, quello ce lo sogniamo. Leggendo Da Parigi a Londra, storia e storie degli Europei di calcio di Paolo Valenti, invece torniamo a viaggiare, anche nel tempo, seguendo la cadenza quadriennale di un torneo, gli Europei per nazioni, che non avrà l’aura del mondiale, ma che accompagna i ricordi di tutti gli appassionati dello sport più amato dagli italiani.

La bravura di Paolo Valenti è stata proprio quella d’inquadrare il periodo in cui si sono svolte le gare nel contesto storico dell’epoca stimolando così il ricordo dell’evoluzione avvenuta nel calcio e, in particolar modo, nella società di tutto il continente. Così, i vari capitoli di Da Parigi a Londra ci portano dall’Europa bloccata e divisa del 1960, quando proprio l’Unione Sovietica trionfava esaltando il blocco anticapitalista, fino all’ultimo successo del Portogallo nel 2016, primo trionfo del movimento lusitano non ricchissimo ma con il calciatore più famoso e “capitalista”. Un viaggio da oriente a occidente del vecchio continente, un viaggio nella storia, dai blocchi alla caduta del muro, dalla guerra jugoslava al trattato di Schengen, una storia di campioni, da Lev Jasin a Cristiano Ronaldo, un viaggio da nord a sud con le favole di Danimarca e Grecia. Dall’atmosfera rivoluzionaria del 1968 fino al terrorismo di matrice islamica passando per gli anni di piombo, ogni edizione viene inserita nell’ambito socio-culturale al quale appartiene con riferimenti che vanno poi a sfociare negli eventi del torneo.

Risultati, statistiche, tattiche, resoconto delle finali, le particolari evidenze specifiche di ogni torneo arricchiscono le pagine. Ma a esaltare i ricordi contribuiscono curiosità, aneddoti e retroscena capaci di catturare l’attenzione degli amanti del calcio: dalla storia della monetina che aprì le porte della finale del 1968 all’Italia al “cucchiaio” di Totti, dalle magie di Platini al pullman nel quale gli azzurri allenati da Zoff si rilassavano vedendo “Febbre da cavallo”. Dettagli che, in molti casi, vengono raccontati proprio dai diretti protagonisti scesi in campo per difendere la maglia azzurra.

L’extended play con le “voci” dei giocatori restituisce il sapore di quei momenti in maniera dinamica e coinvolgente. Ci sono le interviste inedite a Dino Zoff, Marco TardelliFranco Baresi, Gigi CasiraghiRuggiero Rizzitelli e altri. E quella a Michel Platini, ricostruita raccogliendo varie dichiarazioni rilasciate in passato dal protagonista principale degli Europei del 1984 in merito allo svolgimento della competizione.

Scoprirete così il primo gol del campionato europeo di calcio.  Chi era il giocatore più forte della Nazionale1968 secondo Zoff. Chi rese famoso il rigore a cucchiaio prima ancora di Francesco Totti. A quale concerto assistettero i giocatori olandesi prima di disputare la finale contro l’Unione Sovietica nel 1988. E un aneddoto non conosciuto della spedizione rassazzurra 2008 raccontato da Amelia che conclude dicendo: “… Quando si andava in aeroporto, dopo le partite, ci si riuniva in cerchio e si cantava. Cantavamo l’inno di Mameli. L’inno d’Italia”.

“Da Parigi a Londra, storia e storie degli europei di calcio” è edito da Ultra Edizioni, con la prefazione scritta da Stefano Meloccaro, giornalista di Sky Sport e voce di Radio Capital.

Paolo Valenti è un giornalista, coltiva da sempre due grandi passioni: la letteratura e lo sport, che ama raccontare e praticare. Collabora con case editrici e redazioni giornalistiche ed è opinionista sportivo in trasmissioni radiofoniche e televisive. Nel 2018 ha pubbli­cato con Ultra “Ci vorrebbe un Mondiale”. 

Fabio Conte

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