COLORI E CORONE DI AMANDA PANEZO

COLORI E CORONE DI AMANDA PANEZO

Ama fare pilates per curare la mente e il corpo, ama sciare e vivere la montagna insieme al suo compagno. Ha una passione per gli animali e per Cuba, il suo jack russel, che l’ha ispirata nel creare una linea di collarini.

Lei è Amanda Panezo artista, imprenditrice. È viaggiando che trae nuove ispirazioni per le sue tele. Il 10 novembre si tiene il suo vernissage a Milano, nel cuore di Brera, presso l’Hotel VMaison, di recente apertura e ispirato al mondo dell’arte e del design contemporaneo. Lo Splendore del Potere e L’Autunno del Potere, le opere in mostra. In entrambe le corone sono al centro dell’attenzione.

Solo le 2 opere in mostra a Milano, perché?

Perché meritano la giusta attenzione. Sono due opere di impatto visivo e di impatto concettuale. Durante il vernissage ci saranno sì le due opere, fulcro dell’evento, ma anche 4 corone Altea che rimarranno in mostra nella sala VMaison per un mese.

Nata in Esmeraldas-Ecuador e milanese d’adozione, quanto c’è di entrambe le città nelle sue opere?

Ci sono solo i colori, che sono universali. Ci sono: l’influenza della cultura ecuadoriana, il forte legame con la tradizione cattolica e allo stesso tempo una mentalità aperta e libera di pensiero e dell’istruzione, ispirato al mondo occidentale. Milano, invece, ha aggiunto un tocco cosmopolita alle mie opere surrealiste e iconografiche, e ha collegato il mio percorso artistico al mondo del design contemporaneo, poiché ogni mio dipinto può essere giudicato come un oggetto di design.

C’è molto colore sulle sue tele? Cos’è per lei il colore?

Sì, perché i colori sono universali e aiutano a esprimere il nostro mondo, le nostre emozioni. Per me il colore è vita. Quando dipingo scelgo i colori con attenzione e precisione, perché il mix dei colori da’ un senso e l’impatto unico a ogni mia opera molto iconografica in se. Il colore è vita, passione. Provengo dall’ Ecuador e sono cresciuta a Milano, con la sensazione che il colore esista e si vive la luce, di sole, che cambia e trasforma il colore in sè. Luce e colore danno vita alle cose, catapultano il soggetto nell’ambito della vita. La scelta del colore è legata a questa esigenza di espressione vitale, che magari si discosta da una visione più intellettualistica o legata a scelte concettuali dell’arte contemporanea, ma che é parte del mio desiderio. Attraverso il colore io vivo.

Cos’è per lei il nero?

L’eleganza, il vacuo, il potere. Il nero è sì la somma dei colori, ma anche orizzonte degli eventi delle strutture più pericolose dell’Universo: i buchi neri, appunto. La luce che è l’elemento più veloce nell’universo, non riesce a sfuggire al loro abbraccio, per la straordinaria gravità che le loro masse supercompresse esercitano sui corpi con i quali entrato in contatto. Quantunque siano considerati a tutti gli effetti stelle defunte, sono comunque le entità attorno alle quali nascono e prendono forma le galassie. Dotati di gravità smisurata, assorbono ogni oggetto, disgregandone la materia. Alla stessa stregua, l’uomo buco nero, produce dalle proprie scelte compromesse, null’altro che caos e distruzione. Il nero dell’uomo contemporaneo è il buio dell’abisso, dell’ignoranza, è la notte di chi non persegue il fine della saggezza e dell’amore.

Quali sono le peculiarità dello stile artistico di Amanda Panezo?

La tecnica a tratteggio 3d, olio su tela e soggetti iconografici. Il mio stile artistico è composto dalla pratica della miniatura, di talune filosofie orientali che veicolano l’edificazione spirituale, sulla sospensione della frenesia percettiva e sull’uso reiterato della frenesia percettiva e sull’uso reiterato della ripetizione del movimento. Il mio stile artistico è una sorta di mantra gestuale, ritmicamente riproposto con acribia zen, che si rinnova con tocco leggero e silente, dando vita a concrezioni materiche che violano il supporto piatto della tela, per definire aggetti plastici trattenuti da un’egida disegnativa, quasi neo astratta. Il primitivismo segnico che definisce le mie opere, vuole ripristinare una sorta di grado zero d’immagine.

Quali tecniche utilizza maggiormente e dove ama dipingere, creare?

Olio su tela, la mia tecnica. Per creare le mie opere ho bisogno di molta concentrazione e tranquillità, il processo di creazione di ogni opera richiede settimane di lavoro preciso nel mio studio, con un sottofondo di musica che mi ispira e la compagnia del mio cane Cuba. Ogni dettaglio del dipinto realizzato con la mia tecnica 3d richiede l’uso preciso del colore e la mano ferma in quanto consiste nel mettere molti strati di tratteggi circolari per creare l’effetto volume che rende i miei lavori diversi e unici. Conosciuto per la sua versatilità e ottime caratteristiche, l’olio mi aiuta a creare dipinti traslucidi, con finiture brillanti che danno un tocco unico e riconoscibile a ogni mia opera d’arte.

La poesia del potere è il titolo della mostra. Cosa significa per lei “poesia del potere”? 

La poesia del potere è semplicemente la sublimazione del volere che eserciti verso l’altro. Innalzare moralmente e spiritualmente un determinato comportamento verso il prossimo. La parola potere può essere interpretata con significati sia positivi che negativi. Ho iniziato a creare le mie opere esplorando l’esatta definizione, che significa essere in grado, e se fossi d’accordo o meno. Vivere in una realtà che presenta entrambi gli aspetti di questo termine, l’interpretazione di questa parola è illimitata, che è anche la ragione di molti conflitti attuali. Il termine mi ha attratto per i miei interessi personali con i problemi presenti, e come essenzialmente riconducono allo stesso luogo: un corsa per il potere. Ma credo che per capire davvero il termine, bisogna vedere tutti i lati della storia dell’umanità, sia il buono che il cattivo. Ecco perché credo che fosse essenziale raccontare la mia storia e la poesia di potere attraverso entrambi rappresentazioni, sia positivo che negativo dello Splendore e dell’Autunno. Era anche importante interpretare la mia comprensione del potere quando creo il mio lavoro.

Cosa è per lei il potere?

Il potere influenzare la vita di un’altra persona in modo costruttivo. Personalmente, il potere risuona sentimenti di speranza, libertà e natura, nonché soppressione, possesso e limitazione, ma per me è importante sottolineare che la parola potere contiene la chiave essenziale per la consapevolezza di sé. Sottolineando la distanza tra le persone e le istituzioni che detengono il potere nel 21° secolo, mostro la necessità di mantenere il potere in tutte le mie opere.

Perché hai scelto un design hotel come location per il tuo evento e mostra? Cosa accomuna arte e design?

Perché c’è sempre il nuovo e molta creatività. Penso che il design sia importante per ogni artista, anche se a livelli diversi. Come invece le cose appaiono, che storia raccontano, da dove vengono e perché… Questi sono argomenti importanti per tutti. Le mie opere sono  ‘ambienti immersivi’ in cui lo spettatore viene catturato in giochi di colori, luci, riflessi e movimento oppure lo portano a chiedersi cosa influenza la nostra percezione e quanta parte ha su di essa la nostra cultura. Obiettivo finale: avere più consapevolezza sul modo in cui interagiamo con il mondo, e far diventare ogni mia opera oggetto di design e pop art, perfetta anche nelle location come VMaison che danno tanta attenzione a ogni dettaglio e hanno grande legame con il mondo dell’arte contemporanea.

Un design hotel come spazio espositivo. Cosa ne pensi di collegare il mondo dell’arte e dell’ospitalità, e realizzare mostre negli hotel o negli spazi commerciali?

Penso che sia un ottimo abbinamento. L’accoglienza è sinonimo di servizio e fare arte è un modo di mettersi al servizio delle persone. L’arte non è solo decorazioni per le pareti, ma una parte necessaria dell’approccio aziendale dell’hotel, permette di collegare gli uni agli altri, approfondisce l’esperienza degli ospiti e dei visitatori, rafforza l’economia locale e costruisce comunità creata anche attorno al mondo dell’arte contemporanea.

Negli anni ho esposto a Palazzina Grassi a Venezia, LARUSMIANI a St.Moritz, Giorgio Grati a Milano, Saint Moritz Brand a St.Moritz, Forum Paracelsus a St.Moritz, THE ICE Festival a St.Moritz e Kempinski Hotel St.Moritz

La prossima tappa con le sue tele?

Una mostra a Padova, a febbraio del prossimo anno nello spazio di Art Cabinet. Una iniziativa proposta da Giorgio Chinea, uno dei più promettenti galleristi d’Italia per quanto riguarda l’avanguardia e la scelta degli artisti emergenti.

EMME22

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