CIBO, NATURA, MAGIA A FORMENTERA

CIBO, NATURA, MAGIA A FORMENTERA

L’isola più piccola delle Baleari è Formentera. Qui è possibile vivere una vacanza all’insegna della natura, del relax e del buon cibo, circondati da paesaggi unici. Tra incantevoli scenari mediterranei, spiagge bianche e acque turchesi, ampie foreste di pini e ginepri, 32 percorsi nella natura che conducono al mare, luoghi magici ricchi di fascino e cultura, e una gastronomia gustosa e a kilometro zero. Ecco 4 buoni motivi per andarci quest’estate.
 
Varietà di ampie spiagge 
Formentera è caratterizzata da moltissime spiagge e calette dalla bellezza unica dove godere di piacevoli giornate al mare, potendo scegliere tra un’ampia varietà. Tra le spiagge più belle spiccano Cavall d’en Borràs o Ses Illetes, magnifica spiaggia dai fondali bassi, giudicata una delle migliori del mondo anche da Tripadvisor, e Cala Saona, una baia naturale famosa per le incredibili sfumature cromatiche. Particolarmente suggestive pure le spiagge di Ses Canyes (Es Pujols), dalla peculiare forma a conchiglia, Es Arenals (Migjorn), dalla sabbia bianchissima che le dà il nome, e Ses Platgetes (Es Caló), nei dintorni del piccolo paese di pescatori di Es Caló de SantAgustí. Per chi invece desiderasse scoprire paesaggi diversi, da non perdere è l’Estanydespeix, un laghetto collegato al mare attraverso un piccolo e stretto canale e caratterizzato da spiaggette poco profonde. Per chi oltre al relax volesse praticare un po’ di attività sportiva, ampia l’offerta di sport acquatici: windsurf, paddle surf, immersioni, snorkeling, kayak, vela, da praticare anche con il supporto di istruttori esperti presso centri specializzati quali Centro Nautico di Formentera, Wet 4 Fun, Vell Mari, Blue Adventure, Orca Sub e Formentera Divers.
 
Percorsi nella natura 
Formentera è la meta perfetta per gli amanti del turismo attivo, si può scoprire l’isola in libertà attraverso i 32 percorsi verdi che si diramano negli angoli più preziosi e inesplorati, praticabili a piedi, in modalità NordicWalking, in bicicletta (la maggior parte dei percorsi sono adatti ai ciclisti) o correndo. Tra i percorsi più facili, adatti anche ai bambini, quello da Es Cap al Torrent de S’Alga permette di scoprire uno dei luoghi meno noti e più speciali dell’isola, caratteristico per i suoi scivoli ben conservati per tirare in secco le barche. Chi vuole conoscere i diversi volti di Formentera dovrà percorrere il sentiero che da Sant Francesc porta al Cap de Barbaria, gli sportivi più intrepidi, poi, possono affrontare a piedi il ripido tragitto Racó De Sa Pujada – Es Ram che conduce fino al mare, alla piccola, pittoresca e isolata insenatura Es Caló des Mort.
 
Luoghi magici
Formentera non è solo spiagge e natura, ma presenta anche numerosi luoghi ricchi di fascino, cultura e storia. Da non perdere un giro per i fari dell’isola, dall’altopiano de La Mola a Cap de Barbaria, per ammirare panorami di rara bellezza. Il Faro di La Mola, il più antico e più alto dell’isola che sorge su una scogliera di 120 metri, perfetto per osservare l’alba, regala uno spettacolo unico e magico. Cap de Barbaria, situato su un promontorio roccioso, è uno di quei luoghi che emanano pura energia e offre uno scenario spettacolare soprattutto al tramonto. Molto suggestivo è anche il sistema di torri difensive che si sviluppa lungo la costa e che anticamente serviva a proteggere l’isola dai pirati. Sul territorio di Formentera ce ne sono quattro: la torre de Punta Prima, nei pressi della località di Es Pujols; la torre a tre piani del Pi Catalá (o torre de Migjorn); la torre des Garroveret, a Cap de Barbaria; la torre de sa Gavina, nelle immediate vicinanze di Can Marroig e a nord di Cala Saona. E, ancora, insediamenti di età preistorica disseminati sull’isola, tra cui il Sepolcro di Ca na Costa e i giacimenti di Es Cap de Barbaria.
 
La cucina a km zero
La cucina tipica di Formentera è ricca e sorprendente, creativa e saporita, caratterizzata da un forte legame con il modo di vivere tradizionale e con il mare, presenta una dipendenza quasi assoluta dai prodotti autoctoni di alta qualità dovuta all’isolamento dell’arcipelago. In tavola non può mancare la tradizionale ensaladapayesa con il Peix sec (pesce secco), inserito nel catalogo “Arca del gusto” dell’Organizzazione Internazionale Slow food. Il pesce secco, che in passato permetteva ai pescatori di consumarlo per tutto l’anno, è l’ingrediente imprescindibile di questa ricetta. Da provare sono anche il frit de polpsofritpagès (con carne e patate), i calamars a la bruta (calamari fritti nel proprio inchiostro) e il bullit de peix (stufato di pesce con patate).  I dolci e dessert più caratteristici sono il flaó (torta al formaggio fresco con mentuccia), le orelletes (dolce all’anice) e la greixonera (budino di pane alla cannella). Anche il miele e i fichi secchi sono prodotti da non lasciarsi sfuggire. Infine, alla cantina di vini Terramoll si organizzano visite guidate con tanto di degustazione alla scoperta del principale vigneto dell’isola.

Un calendario di eventi dal vivo, poi, per animare il soggiorno. Ritornano: la rassegna Musica a lesplaces da luglio a settembre, la nuova edizione del Formentera Zen per gli adulti a settembre, con un’edizione speciale anche per le famiglie Formentera Zen kidsand families, e il Formentera jazz, a settembre.

Formentera, da sempre meta molto amata dagli Italiani, il 21 giugno ha riaperto le proprie porte ai turisti europei grazie alle sue particolari condizioni geografiche di isolamento e alla scarsa densità di popolazione in inverno, è stata poco colpita dalla pandemia riuscendo a limitare e contenere il contagio. Già dal 4 maggio ha riaperto hotel, bar, ristoranti e attività turistiche applicando protocolli sanitari di sicurezza.

LUNA ROSSA: ORGOGLIO BIANCO, ROSSO E VERDE

LUNA ROSSA: ORGOGLIO BIANCO, ROSSO E VERDE

Si è rinnovato l’entusiasmo degli italiani per la vela. All’appuntamento con l’American’s Cup la partecipazione di barche italiane non è continuativa e l’interesse del grande pubblico nostrano rischia di affievolirsi. Un Paese con tanto mare come il nostro meriterebbe una maggiore presenza televisiva della vela e di tanti altri sport largamente praticati, sacrificati invece a sua maestà il calcio.

L’American’s Cup, la più importante competizione velica al mondo, ha un fascino unico che moltiplica l’interesse mediatico quando si può tifare per scafi italiani. Fu così dalla prima volta, ormai una vita fa nel 1983, alla comparsa di Azzurra, di cui tutta l’Italia s’innamorò. Dagli Stati Uniti lo scafo dello Yacht club Costa Smeralda comandato dal mitico skipper Cino Ricci fece conoscere e seguire queste regate per la prima volta ottenendo un sorprendente seguito di spettatori nonostante la programmazione nelle ore notturne, in un paese in pieno boom economico, l’estate successiva alla vittoria dei mondiali di calcio quando l’Italia era ammirata nel mondo per moda e designer.

Ma Azzurra si fermò alle semifinali della Luis Vitton Cup, battuta da Australia 2 che poi strappò dopo 132 anni la coppa agli americani, (vincitori  in Inghilterra nel 1851 dell’allora Coppa delle Cento Ghinee col vascello America, che da quel giorno diede il nome alla competizione). Negli anni seguenti, per l’Italia riuscirono a diventare dei veri challenger, degli sfidanti, il Moro di Venezia di Gardini nel 1992, e la prima Luna Rossa di Bertelli nel 2000; sempre sconfitti però dai Neozelandesi nel frattempo diventati detentori del trofeo, nelle proprie acque.

Vent’anni dopo, il ritorno di Luna Rossa, sponsorizzata Prada e Pirelli, ha colpito i tifosi non molti, dato anche il periodo di crisi. Una flessione dell’interesse superata grazie anche alla passione, alla tenacia e alle doti manageriali e di progettazione di Patrizio Bertelli, a.d. di Prada, marito di Miuccia, velista professionista in gioventù. Da quest’anno la Coppa Challenger, degli sfidanti, è diventata Prada Cup sponsorizzando completamente la competizione d’entrata per competere con i detentori in Nuova Zelanda. Le imbarcazioni si sono trasformate in affusolati bolidi lucenti che sfrecciano a 40 nodi volando sulle acque  grazie a pattini alzabili, i foil, che permettono loro di danzare come ballerine a ogni virata,  e di ripartire poi più veloci del vento, sospinte da potenti vele tese e performanti. Uno spettacolo futuristico ed elettrizzante seguire una regata con gli scafi scuri, come l’accattivante rosso e nero di Prada,che volano nella baia, e sono così lontani dall’elegante diporto velistico come una berlina degli anni ’50 lo è rispetto a un bolide di formula uno. Materiali, tecnologia e abbigliamento parlano di velocità, prestazioni e successo.

Gli italiani di Luna Rossa Prada Pirelli Team del Circolo Vela Sicilia di Palermo, costruita a Nembro in provincia di Bergamo e assemblata nel quartier generale di Cagliari, hanno sconfitto nelle acque Maori prima American Magic di New York e, anche grazie a questa esperienza, i fin allora favoriti inglesi di Ineos Team UK con un 7 – 1 che non ha lasciato spazio a repliche, conquistando la Prada Cup Challenger e diventando gli sfidanti ufficiali dei padroni di casa dell’Emirates Team New Zealand. Ad Auckland, dopo una nutrita presenza di pubblico durante la Prada Cup, la pandemia si è fatta sentire e ha fatto slittare di qualche giorno la partenza, ma il 10 marzo dovrebbe iniziare ufficialmente la vera e propria American’s Cup con un sogno per lo stupendo Team tricolore capitanato dal riminese Max Sirena: portare finalmente nelle acque italiane la prossima sfida. Difendere come detentori la vecchia Coppa delle Cento Ghinee dal magico fascino barocco.  Vedere una Luna Rossa riflessa nel golfo di Mondello.

Fabio Conte

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