Lei è Antonia Cravotta, dermatologa, dirigente medico presso la divisione di Dermatologia dell’Ospedale San Marco di Catania, responsabile del servizio di dermatoscopia digitale. Ha partecipato in qualità di relatrice a diversi congressi e tavole rotonde su temi inerenti la dermatologia e la medicina estetica. È autrice di diverse pubblicazioni scientifiche.  

È con un sorriso che ci attende dietro la scrivania del suo accogliente ed elegante studio privato di Catania. “Dottoressa, guardi il mio viso e mi dica cosa possiamo fare” è questa la frase che la riempie di gioia quando una paziente le chiede un consiglio: “Perché si sta fidando ed affidando”, spiega.

Le abbiamo posto alcune domande per fare un po’ di chiarezza su filler, biorevitalizzanti e tossina botulinica.

 

Qual è la differenza tra biorevitalizzazione e filler?

Il filler determina modificazioni del volume. È ideale nella correzione dei difetti, per esempio asimmetrie del volto, zigomi svuotati, pieghe marcate. Là dove si vuole un aumento del volume di quell’area. Il filler può essere a base di acido ialuronico, idrossiapatite di calcio, acido polilattico o altro. Ha una sua durata e poi viene riassorbito. Il biorevitalizzante, invece, stimola la sintesi di tessuto connettivo endogeno iniettando nel derma polipeptidi, aminoacidi insieme ad acido ialuronico libero.  Agisce sui fibroblasti del tessuto connettivo stimolando la sintesi collagene, quindi la biorevitalizzazione ha una funzione curativa. Non aumenta volumi ma cura l’invecchiamento e la lassità cutanea.

 Il botulino, invece?

Agisce sulla muscolatura mimica facciale, su determinati muscoli mimici riducendone la contrazione, rilassando la muscolatura dove c’è un ipertono, un’ipercontrazione muscolare. Ci sono impieghi riconosciuti dalla legge e altri che vanno oltre le autorizzazioni. In natura ci sono 7 tipi di tossina botulinica, ma quella che si adopera in estetica è il tipo A.

 Ci sono controindicazioni all’uso della tossina botulinica?

Sì, se si è affetti da malattie neurologiche che interessano la placca neuromuscolare; non si può poi fare in gravidanza, durante l’allattamento, nei soggetti che hanno allergia alle proteine dell’uovo, perché la tossina botulinica è veicolata da albumine; gli etilisti cronici, inoltre, hanno maggiore sensibilità verso questa tossina. Il suo impiego ha poche restrizioni. Prima si riteneva che al di sopra dei 60-65 anni non dovesse funzionare, invece recentemente c’è stata un’estensione dell’età e si è visto che funziona fino a 80 anni. Ovviamente la placca neuromuscolare è differente e i risultati non possono essere gli stessi che si ottengono su una quarantenne.

 Cos’è l’acido ialuronico e per quali inestetismi può essere utilizzato?

L’acido ialuronico è il componente fondamentale dei tessuti connettivi. Il gel in cui sono immerse le fibre elastiche e collagene del derma è a base di acido ialuronico. Il filler di acido ialuronico è responsabile dell’aspetto turgido e idratato della cute. Dà più volume per esempio agli zigomi, distende solchi naso genieni, corregge i difetti del mento, le rughe della marionetta, ridefinisce il profilo mandibolare.

Nella preparazione può essere libero o cross linkato e quindi avere finalità differenti: nel primo caso possono esserci aminoacidi, polipeptidi, sostanze che mimano l’azione della tossina botulinica, e questo non rimane a lungo come riempimento.

Se si vuole ottenere una prominenza dello zigomo o del mento, si deve iniettare un acido ialuronico piuttosto denso, cross linkato, in profondità in modo da formare una sorta di cuscinetto. Quindi a secondo dell’effetto che si desidera raggiungere si utilizza un acido ialuronico diverso.

Negli ultimi 10 anni circa si è diffusa l’ossigenoterapia, ma questo trattamento contrasta davvero le rughe?

Sì, è una procedura valida.

Nell’ambito della medicina estetica e nel trattamento dell’aging del volto i vari trattamenti non sono esclusivi. Si può ricorrere a più trattamenti insieme: ossigenoterapia, biostimolazione, filler, tossina botulinica, fili di trazione, a seconda della necessità. Il passare degli anni e l’invecchiamento riducono la sensibilità delle cellule verso l’ossigeno: le cellule dei nostri tessuti sono meno ossigenate e quindi invecchiano prima, si riduce il loro stato di salute. Questa tecnica consiste nell’iniettare ossigeno nel derma per rigenerare le cellule.

Quanto durano i risultati dei vari trattamenti?

Di durata si può parlare solo per i filler e il botulino. Perché tutte le altre tecniche di biostimolazione sono da considerare trattamenti che riducono i processi di invecchiamento e che migliorano lo stato della pelle, quindi non hanno una durata.

Un buon filler comincia a riassorbirsi dopo 6 mesi, tutto dipende dalle caratteristiche individuali e soprattutto dell’età del paziente. In una settantenne il riassorbimento è più rapido rispetto a quello di una cinquantenne, perché il substrato su cui l’acido ialuronico agisce è come una terra arida e secca, e per questo saranno necessari più richiami. Dovendo fare una media possiamo parlare di 6-8 mesi.

Per la tossina botulinica, dipende dai muscoli mimici e dall’età del paziente. Farmacologicamente l’azione di blocco della tossina botulinica sul muscolo dura 91 giorni poi pian piano si riduce. Prima di ripetere il trattamento è consigliabile far trascorrere 4 mesi nelle persone over 60 e 6 mesi in quelle più giovani.

Qual è la zona del viso che invecchia più velocemente?

Anche questo è soggettivo, cede molto il collo, il sottomento.

Quali sono gli interventi più richiesti dalle donne e quali dagli uomini?

Il rapporto uomo donna è di 1 a 10, ma qualche uomo più vanitoso esiste. L’uomo chiede la tossina botulinica per il terzo superiore del volto e, chi ha un volto scarno, richiede il rimpolpamento della regione zigomatica. Le donne chiedono tutto, ma non c’è ancora la consapevolezza culturale di iniziare precocemente per evitare di avere il peggio dopo. Gli interventi più richiesti sono: tossina botulinica e filler.

In quale stagione la pelle invecchia più precocemente?

In estate

Durante l’inverno gli sbalzi di temperatura, gli agenti atmosferici, lo smog aggrediscono l’epidermide. Dei buoni cosmetici possono aiutare?

Ovviamente una buona idratazione è alla base della prevenzione, ma i trattamenti devono essere personalizzati secondo il tipo di pelle. Una pelle grassa, acneica, con dermatite seborroica o dermatite atopica, richiede creme diverse da quelle per pelle secca, ma la finalità sarà sempre quella di fornire una buona idratazione. Si possono scegliere cosmetici conalfaidrossiacidi, retinoidi o altro, a seconda del tipo di pelle.

Anche l’alimentazione può aiutare?

La frutta e gli ortaggi colorati: carote, peperoni, pomodori, per esempio sono ricchi di antiossidanti, gli agrumi sono ricchi di vitamina C, un potente antiossidante, così come i broccoli e il cavolo e i pomodori per il licopene, ma vado un po’ controcorrente e ci credo poco. Ritengo che alla base ci sia e la predisposizione genetica. Ognuno porta nel proprio DNA l’imprinting delle caratteristiche della propria pelle.

Cosa rende una persona davvero sicura di se’?

Piacersi. Bisogna amarsi un po’… e bisogna guardare difetti e imperfezioni come aspetti caratterizzanti.

Qual è il significato della bellezza?

Il bello è armonia, equilibrio, non esiste una bellezza oggettiva. “Bellezza” è una parola troppo grande ed è molto soggettiva.

C’è chi sostiene che per tutto ciò che viene iniettato bisognerebbe rivolgersi ai chirurghi e non ai dermatologi…

Io non sono restrittiva e categorica, teoricamente è il dermatologo che dovrebbe occuparsene perché è colui che conosce la pelle più di ogni altro specialista, ma alla base deve esserci il senso estetico. Si vedono visi trasformati, imbruttiti, caricature realizzate sia da chirurghi plastici che da dermatologi. Oggi si vedono troppi stereotipi: le stesse labbra, gli stessi zigomi… Ma ogni volto ha la sua armonia e bisogna valorizzare le cose belle di quel volto e attenuare i difetti, in una modalità personale e soggettiva.

Sia tra i dermatologi che tra i chirurghi, poi, ritengo che le donne abbiano una sensibilità maggiore, un’attenzione ai particolari, agli aspetti emozionali.  

Clementina Speranza

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