I NUMERI DEL TURISMO IN SICILIA

I NUMERI DEL TURISMO IN SICILIA

La Sicilia, la più grande isola dell’Italia e del Mediterraneo, con le sue bellezze naturali, le isolette, le spiagge, il vulcano, il clima mite, ma anche la buona cucina, la storia, le tradizioni, i siti archeologici, l’artigianato, è il posto ideale per una vacanza.

Sono state circa due milioni e trecentomila le presenze complessive nelle strutture alberghiere ed extralberghiere. E, ad agosto, quasi tutto esaurito. I dati provengono dalle rilevazioni Turistat relative ai primi due mesi dell’estate.

Si è registrato un aumento di turisti stranieri a luglio, cresciuti di circa il 110% rispetto allo stesso mese del 2020, e rispetto al giugno di un anno fa addirittura di quasi il 500%. La previsione di incremento per tutta Italia, formulata dall’Istituto nazionale ricerche turistiche (Isnart), era di soli 30 punti percentuali.

Il confronto tra l’estate 2021 e quella del 2020 vede tutti i numeri in crescita. Un trend scontato, data la crisi causata dalla pandemia l’anno scorso, ma ben oltre le previsioni. In dettaglio, a giugno c’è stata un’impennata del 74% negli arrivi (185.642) e del 125% nelle presenze (548.577). Gli italiani arrivati in Sicilia (151.907) sono aumentati del 53%, e le presenze (425.242) in media del 97%. Gli arrivi degli stranieri (33.735) hanno registrato un +470% e le presenze (123.335) una crescita del 540%. In salita anche i dati di luglio rispetto a un anno fa: per gli italiani +15% gli arrivi (390.890) e +28% le presenze (1.250.116); per gli stranieri +109% gli arrivi (133.240) e un conseguente incremento del 107% delle presenze (466.276).

Rispetto al 2019 c’è da notare il dato di luglio, con gli arrivi italiani superiori del 6% rispetto a quelli dello stesso mese di due anni fa e una piccola flessione delle presenze, pari al 3,6%. Complessivamente, tra connazionali e turisti esteri, a luglio ci sono stati un 22% di arrivi in meno e il 31% di presenze in meno. 

“Se guardiamo al 2019, anno in cui non c’era ancora la pandemia, c’è ancora terreno da recuperare, ma i dati di luglio 2021 sono confortanti – commenta l’assessore regionale al Turismo Manlio Messina -. Gli italiani che hanno scelto di trascorrere le vacanze in Sicilia sono più di due anni fa. All’appello mancano ancora due terzi degli stranieri, certo, dipende molto dalla situazione internazionale, ma siamo sulla strada giusta. Gli incentivi e le promozioni lanciati dal governo Musumeci con il progetto ‘See Sicily’ stanno contribuendo a far tornare i turisti nella nostra Isola. Stiamo pianificando ulteriori azioni di promozione, puntiamo a destagionalizzare, allungare la stagione e promuovere settori specifici come il turismo sportivo”.

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Foto by Rosario Scalia

 

 

 

IN CAMMINO IN VALLE D’AOSTA

IN CAMMINO IN VALLE D’AOSTA

La Valle d’Aosta è la regione perfetta per gli amanti del trekking, che possono apprezzare la varietà di paesaggi, bellezze naturali, borghi, retaggi antichi e molto altro attraverso i diversi cammini che la attraversano, tra percorsi di trekking e Alte Vie. L’itinerario tracciato più di recente, a partire dal 2019, è il Cammino Balteo, un anello di quasi 350 Km, percorribile in entrambi i sensi, che porta l’escursionista in un viaggio nella cultura e nella storia della Valle d’Aosta attraversando un territorio costellato di antichi borghi e imponenti castelli, senza mai perdere il contatto con la natura, grazie a un variegato paesaggio che alterna boschi e pascoli a orti e vigneti. Il tracciato si sviluppa principalmente nel fondovalle e sui versanti di media quota con un’altitudine compresa tra i 500 e i 1900 metri s.l.m., praticabile quindi per buona parte dell’anno.
 
Il Cammino si articola in 23 tappe di circa 4-6 ore ciascuna che possono anche essere percorse in più riprese o, eventualmente, interrotte spostandosi con il trasporto pubblico. Ogni tappa è un invito alla scoperta, a piedi lungo sentieri ma anche su strade sterrate e tratti asfaltati, attraverso villaggi e siti di interesse culturale e naturalistico. Una proposta per tutti, adatta agli sportivi ma anche a chi vuole camminare senza fretta, lasciandosi tentare dalle molteplici opportunità che invitano alla sosta. Rilassarsi nella natura, gustare i prodotti locali, visitare siti archeologici, chiese e musei: il Cammino Balteo è un diario di viaggio da scrivere passo dopo passo, tappa dopo tappa. 
 
Tra i tratti più caratteristici del percorso, la Tappa 4 Donnas – Arnad porta i visitatori alla scoperta delle fortificazioni napoleoniche scaglionate tra il Col de La Cou e Machaby: dal borgo di Donnassi risale il costone di roccia in direzione del villaggio di Albard. Da qui si continua verso i soleggiati pianori erbosi del Col de La Cou dove sarà possibile vedere i resti delle fortificazioni volute da Napoleone in occasione delle sue manovre di attacco e accerchiamento del Forte di Bard. Da qui si gode di un meraviglioso panorama verso la zona del Mont Avic e le vette di Champorcher. Superate le postazioni belliche di Arbénaz si raggiunge il forte di Machaby, oggi trasformato in un moderno ostello. Da qui si arriva quindi al noto Santuario intitolato a Nostra Signora della Neve, immerso nei castagneti. Si prosegue poi la discesa fino a giungere in vista del borgo di Arnad e della mole rosata del castello Vallaise (oggi in restauro). Da visitare il suggestivo centro storico con le sue torri e caseforti, impreziosito dalla splendida parrocchiale romanica di San Martino, tra le chiese più amate e fotografate della Valle d’Aosta.
 
La Tappa 6 Challand-Saint-Victor, Émarèse, Saint-Vincent è invece un’escursione panoramica che porta dall’imbocco della Val d’Ayas al Col d’Arlaz fino a Saint-Vincent attraversando luoghi poco noti ma di grande fascino tra cui i resti del castello di Villa, culla della potente famiglia Challant e ancora ricco di fascino; si prosegue alla volta della Riserva naturale del Lago di Villa, caratterizzata da un particolare ambiente umido e con un agevole percorso guidato, prendendo leggermente quota fino al Col d’Arlaz dove lo sguardo si apre su una vista spettacolare. Si scende quindi, seguendo il ru d’Arlaz, fino a Emarese dove è possibile visitare un sito assai curioso: la Borna da ghiasa, una grotta al cui interno spira costantemente un’aria gelida. Tra boschi e distese prative si scende dolcemente fino a Moron di Saint-Vincent, accolti dalla preziosa chiesa romanica di San Maurizio. Al termine della discesa si giunge a Saint-Vincent arrivando al moderno edificio delle famose terme.

La Tappa 13 Vetan – La Salle conduce invece gli escursionisti attraverso ampi pascoli, antiche mulattiere e piccoli villaggi remoti, e raggiunge La Salle, località della Valdigne circondata di vigneti e pascoli da cui si gode una spettacolare vista sul Monte Bianco: da Vetan si sale progressivamente di quota affacciandosi su panorami indimenticabili che portano al laghetto di Jouxal pittoresco villaggio di Vens. Da qui, seguendo antichi percorsi agricoli, si sorvola letteralmente lo scosceso territorio di Avise: si apprezza, nel fondovalle, la stretta dell’Equilivaz dove in antico i Romani avevano faticosamente realizzato il passaggio stradale noto come Pierre Taillée e, dopo alcuni tratti più impegnativi, si raggiunge il caratteristico villaggio di Charvaz con le sue antiche case in pietra strette le une alle altre e la bella cappella dalla facciata affrescata. Si prosegue poi per La Salle attraverso i villaggi di Echarlod e di Ecours, scoprendo angoli di Medioevo alpino e magnifici scorci sul Monte Bianco.
 
In un perfetto alternarsi di storia e natura, la Tappa 17 Villeneuve – Aymavilles è ricca di suggestioni storiche che vanno dal Medioevo all’epoca romana attraversando vigneti, pianori, torrenti dalle gole impetuose e villaggi sospesi nel tempo. Dopo aver attraversato il borgo di Villeneuve, si sale alla volta della suggestiva chiesa di Santa Maria con il suo fonte battesimale risalente al V secolo d.C. sotto lo sguardo enigmatico del castello di Châtel Argent. Superata la località di Chavonne si raggiunge la frazione di Issogne e si prende a salire verso località Camagne da dove la vista si apre sia verso il fondovalle che verso il solco del torrente Grand Eyvia in discesa dalla valle di Cogne. Da qui si prosegue lungo un panoramico sentiero, noto anche come “sentiero delle farfalle” che, superata una cascata, conduce, tra particolari essenze vegetali fino allo straordinario ponte-acquedotto romano del Pont d’Ael, capolavoro dell’ingegneria idraulica del I secolo a.C. oggi magnificamente musealizzato e valorizzato. Si tratta di una zona non solo di notevole interesse storico-archeologico, ma anche naturalistico vista la presenza di ben 96 specie diverse di farfalle. Dal grazioso villaggio di Pont d’Ael si prosegue verso il villaggio di Ozein, vera e propria oasi di storia incastonata in una natura abbagliante, anche nota per la favò, una gustosa e corroborante zuppa della tradizione locale a base di fave. Da qui si scende in direzione di Champlan e, tra boschi e balze prative, si ritorna nel fondovalle all’altezza di Aymavilles.
 
Il prestigioso Cammino non poteva non includere il capoluogo, con il suo ricco patrimonio culturale: la Tappa 19 Aosta – Fénis parte dalla principale città valdostana e conduce fino al cospetto del magnifico Castello di Fénis, indiscussa icona del Medioevo valdostano, apprezzando la “Plaine” dell’envers (cioé il versante del fondovalle meno esposto al sole). Da Aosta ci si sposta su Charvensod oltrepassando la Dora Baltea all’altezza di Pont-Suaz. A monte della frazione di Condemine si imbocca il sentiero diretto a Pollein e ci si mantiene quasi in piano fino a Fénis, godendo di una vista panoramica sulla piana della Dora e sui versanti opposti dell’adret. Un tuffo nella Valle d’Aosta di fondovalle, tra campi coltivati e stalle, divertendosi a individuare le numerose torri medievali, spesso mimetizzate tra le rocce e la boscaglia, che occhieggiano zigzagando sui crinali. Da Pollein a Brissogne, fino a Saint-Marce dove, concedendosi una sosta ed allungando la tappa, ci si potrebbe dedicare all’esplorazione del suo territorio più “in quota” (le miniere, le acque verdi, il santuario di Plout) o molto semplicemente ad una degustazione di prosciutto crudo aromatizzato alle erbe di montagna. Si giunge infine a Fénis dove non resta che dedicarsi allo splendido maniero turrito dei nobili Challant.

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CIBO, NATURA, MAGIA A FORMENTERA

CIBO, NATURA, MAGIA A FORMENTERA

L’isola più piccola delle Baleari è Formentera. Qui è possibile vivere una vacanza all’insegna della natura, del relax e del buon cibo, circondati da paesaggi unici. Tra incantevoli scenari mediterranei, spiagge bianche e acque turchesi, ampie foreste di pini e ginepri, 32 percorsi nella natura che conducono al mare, luoghi magici ricchi di fascino e cultura, e una gastronomia gustosa e a kilometro zero. Ecco 4 buoni motivi per andarci quest’estate.
 
Varietà di ampie spiagge 
Formentera è caratterizzata da moltissime spiagge e calette dalla bellezza unica dove godere di piacevoli giornate al mare, potendo scegliere tra un’ampia varietà. Tra le spiagge più belle spiccano Cavall d’en Borràs o Ses Illetes, magnifica spiaggia dai fondali bassi, giudicata una delle migliori del mondo anche da Tripadvisor, e Cala Saona, una baia naturale famosa per le incredibili sfumature cromatiche. Particolarmente suggestive pure le spiagge di Ses Canyes (Es Pujols), dalla peculiare forma a conchiglia, Es Arenals (Migjorn), dalla sabbia bianchissima che le dà il nome, e Ses Platgetes (Es Caló), nei dintorni del piccolo paese di pescatori di Es Caló de SantAgustí. Per chi invece desiderasse scoprire paesaggi diversi, da non perdere è l’Estanydespeix, un laghetto collegato al mare attraverso un piccolo e stretto canale e caratterizzato da spiaggette poco profonde. Per chi oltre al relax volesse praticare un po’ di attività sportiva, ampia l’offerta di sport acquatici: windsurf, paddle surf, immersioni, snorkeling, kayak, vela, da praticare anche con il supporto di istruttori esperti presso centri specializzati quali Centro Nautico di Formentera, Wet 4 Fun, Vell Mari, Blue Adventure, Orca Sub e Formentera Divers.
 
Percorsi nella natura 
Formentera è la meta perfetta per gli amanti del turismo attivo, si può scoprire l’isola in libertà attraverso i 32 percorsi verdi che si diramano negli angoli più preziosi e inesplorati, praticabili a piedi, in modalità NordicWalking, in bicicletta (la maggior parte dei percorsi sono adatti ai ciclisti) o correndo. Tra i percorsi più facili, adatti anche ai bambini, quello da Es Cap al Torrent de S’Alga permette di scoprire uno dei luoghi meno noti e più speciali dell’isola, caratteristico per i suoi scivoli ben conservati per tirare in secco le barche. Chi vuole conoscere i diversi volti di Formentera dovrà percorrere il sentiero che da Sant Francesc porta al Cap de Barbaria, gli sportivi più intrepidi, poi, possono affrontare a piedi il ripido tragitto Racó De Sa Pujada – Es Ram che conduce fino al mare, alla piccola, pittoresca e isolata insenatura Es Caló des Mort.
 
Luoghi magici
Formentera non è solo spiagge e natura, ma presenta anche numerosi luoghi ricchi di fascino, cultura e storia. Da non perdere un giro per i fari dell’isola, dall’altopiano de La Mola a Cap de Barbaria, per ammirare panorami di rara bellezza. Il Faro di La Mola, il più antico e più alto dell’isola che sorge su una scogliera di 120 metri, perfetto per osservare l’alba, regala uno spettacolo unico e magico. Cap de Barbaria, situato su un promontorio roccioso, è uno di quei luoghi che emanano pura energia e offre uno scenario spettacolare soprattutto al tramonto. Molto suggestivo è anche il sistema di torri difensive che si sviluppa lungo la costa e che anticamente serviva a proteggere l’isola dai pirati. Sul territorio di Formentera ce ne sono quattro: la torre de Punta Prima, nei pressi della località di Es Pujols; la torre a tre piani del Pi Catalá (o torre de Migjorn); la torre des Garroveret, a Cap de Barbaria; la torre de sa Gavina, nelle immediate vicinanze di Can Marroig e a nord di Cala Saona. E, ancora, insediamenti di età preistorica disseminati sull’isola, tra cui il Sepolcro di Ca na Costa e i giacimenti di Es Cap de Barbaria.
 
La cucina a km zero
La cucina tipica di Formentera è ricca e sorprendente, creativa e saporita, caratterizzata da un forte legame con il modo di vivere tradizionale e con il mare, presenta una dipendenza quasi assoluta dai prodotti autoctoni di alta qualità dovuta all’isolamento dell’arcipelago. In tavola non può mancare la tradizionale ensaladapayesa con il Peix sec (pesce secco), inserito nel catalogo “Arca del gusto” dell’Organizzazione Internazionale Slow food. Il pesce secco, che in passato permetteva ai pescatori di consumarlo per tutto l’anno, è l’ingrediente imprescindibile di questa ricetta. Da provare sono anche il frit de polpsofritpagès (con carne e patate), i calamars a la bruta (calamari fritti nel proprio inchiostro) e il bullit de peix (stufato di pesce con patate).  I dolci e dessert più caratteristici sono il flaó (torta al formaggio fresco con mentuccia), le orelletes (dolce all’anice) e la greixonera (budino di pane alla cannella). Anche il miele e i fichi secchi sono prodotti da non lasciarsi sfuggire. Infine, alla cantina di vini Terramoll si organizzano visite guidate con tanto di degustazione alla scoperta del principale vigneto dell’isola.

Un calendario di eventi dal vivo, poi, per animare il soggiorno. Ritornano: la rassegna Musica a lesplaces da luglio a settembre, la nuova edizione del Formentera Zen per gli adulti a settembre, con un’edizione speciale anche per le famiglie Formentera Zen kidsand families, e il Formentera jazz, a settembre.

Formentera, da sempre meta molto amata dagli Italiani, il 21 giugno ha riaperto le proprie porte ai turisti europei grazie alle sue particolari condizioni geografiche di isolamento e alla scarsa densità di popolazione in inverno, è stata poco colpita dalla pandemia riuscendo a limitare e contenere il contagio. Già dal 4 maggio ha riaperto hotel, bar, ristoranti e attività turistiche applicando protocolli sanitari di sicurezza.

VANLIFE TOUR, VIAGGIO MUSICALE CON BENNY BENASSI DJ A BORDO DI VOLKSWAGEN CALIFORNIA

VANLIFE TOUR, VIAGGIO MUSICALE CON BENNY BENASSI DJ A BORDO DI VOLKSWAGEN CALIFORNIA

Satisfaction” e il rivoluzionario video musicale sono diventati il ​​suo trampolino di lancio verso la celebrità. Di seguito, il suo album Hypnotica, che ha raggiunto la top 20 in quasi tutte le parti d’Europa entro il primo mese dal rilascio. Nel 2008 vince un Grammy Award per il rivoluzionario remix di Public Enemy “Bring The Noise”. Lui è Marco Benassi conosciuto con lo pseudonimo di Benny Benassi e per una raffica di remix di alto profilo con artisti del calibro di Bob Marley & The Wailers, Giorgio Moroder, Madonna, Sean Paul e Rolling Stones, solo per citarne alcuni.

Il famoso DJ e producer italiano è ambassador di VanLife Tour: il viaggio musicale a bordo di Volkswagen California sulle vette più belle d’Italia prodotto da Volkswagen Veicoli Commerciali in collaborazione con Free Event. È un viaggio che fa tappa in 4 delle più belle stazioni sciistiche d’Italia. Panorami naturali e location d’eccezione diventano la scenografia di una narrazione emozionante e suggestiva, Benny Benassi racconta sui social la sua “VanLife” attraverso i momenti che lo vedono protagonista  con Volkswagen California: la performance musicale, il viaggio, il raggiungimento della meta…  e anche momenti di vita più personali, le passioni e il tempo libero.

Il dj italiano, nella sua avventura musicale, ha spesso voluto rendere protagonista anche la natura, resta in questo senso memorabile il viaggio in bici attraverso la California con dj set che scandivano le diverse tappe del percorso.
Fare musica, farla ascoltare, è il suo lavoro e anche oggi, che come sappiamo molti locali e festival sono bloccati, ha voluto trasformare il fermo imposto dal Covid in occasione virtuosa per continuare a svolgere la sua attività, sempre nel rigoroso rispetto delle norme di sicurezza.

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FUGA IN BARCA A VELA O CATAMARANO

FUGA IN BARCA A VELA O CATAMARANO

Le Eolie, la Sardegna nord, la Toscana e la Costiera amalfitana sono al momento le mete più gettonate per navigare e spostarsi nel mar Mediterraneo, con catamarani cabinati e barche a vela comprensivi di skipper. Il target di utenza appartiene maggiormente alla generazione 35/50 e la durata della vacanza oscilla tra 1 e 2 settimane. Questo è quanto dimostrano i dati registrati dalle prenotazioni effettuate sul sito “Charteritaly”, primo motore di ricerca comparato per il noleggio di imbarcazioni. La crescita delle richieste si sta, già dalle ultime settimane, triplicando rispetto ai tempi precedenti alla pandemia.

A esporre questi dati è Claudio Fiorentino, già chairman di “Velasquez”, società specializzata in vacanze in barca a vela e fondatore del nuovo sito nato da una start up finanziata parzialmente dal Ministero dello Sviluppo economico.

“Se molti nostri connazionali hanno negli anni scorsi scelto questa tipologia di vacanza per passare serenamente la propria estate magari in compagnia di amici – afferma il CEO – ora la richiesta si è triplicata non solo per l’esigenza istintiva di evadere all’isolamento obbligato dalla pandemia, ma anche perché attraverso ‘Charteritaly’ viene data per la prima volta l’opportunità di confrontare prezzi, tipologie di imbarcazione e personalizzazione degli itinerari prescelti. Abbiamo voluto democratizzare il sistema di vacanza in barca per proporre in totale sicurezza (sia sanitaria che assicurativa) molteplici opportunità di spostamento. Già dalle prime settimane della messa online del nostro portale abbiamo registrato una tendenza sempre maggiore di soddisfazione delle esigenze personali, e questo semplicemente per aver lanciato in rete un’offerta che include anche consigli di viaggio comportamentali e turistici. Il nostro obiettivo è quello di creare un servizio alla portata di tutti e, viste le premesse, ci aspettiamo un ulteriore boom nei prossimi mesi. Tutte le barche presenti sul portale sono sanificate secondo il protocollo emesso dal Ministero della Salute”.

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ALLA SCOPERTA DEI LAGHI, ANCHE IN BICICLETTA

ALLA SCOPERTA DEI LAGHI, ANCHE IN BICICLETTA

Per chi ama i viaggi immersi nella natura, gli itinerari slow, alla scoperta dei prodotti tipici, delle tradizioni. Percorsi tra borghi e spiagge incontaminate, lungo i sentieri sacri e alla scoperta di paesaggi mozzafiato. Gite sul lago con battelli che costeggiano le rive per ammirare la natura, per scoprire le ville nascoste dalla vegetazione e incastonate nelle baie e sulle rocce a strapiombo sull’acqua. Tutto questo, intorno al lago di Lugano, altrimenti detto Ceresio (Lag de Lugan in lombardo e conosciuto nel Varesotto anche come Lag de Port). Un lago prealpino ramificato lungo il confine italo – svizzero.

“Vendiamo emozioni, esperienze, offriamo un mondo magico – afferma Giovanni Bernasconi, Vice Presidente dell’Autorità di Bacino lacuale del Ceresio, Piano e Ghirla, con delega alla promozione turistica –. In questo periodo, più che mai, dobbiamo recuperare la fiducia e noi lo facciano cercando di creare forme di turismo esperienziale. Chi si muove non vuole solo immortalare i luoghi che visita, ma viverli e tornare a casa con un ricordo memorabile, con qualcosa in più. I turisti cercano esperienze che li aiutino a conoscere e vivere appieno le tradizioni dei luoghi visitati”.

Tra i tour da programmare, il primo sul versante della sponda comasca è la visita al borgo di Claino con Osteno, un paese diviso tra montagna e lago. La zona rurale, con il suo Borgo Dipinto, è un museo a cielo aperto. Nel centro storico sulle facciate delle abitazioni un eccezionale ciclo di graffiti, un percorso tra “sali e scendi” di viuzze dove tutto è perfetto e da visitare col naso all’insù.

Proseguendo il viaggio verso Porlezza, si arriva alla frazione di Osteno, un’oasi naturale con belle spiagge e uno specchio d’acqua cristallino, considerato dal FAI come uno dei luoghi del cuore. Curioso da visitare il lungolago, con i ristoranti dove è possibile attraccare con barche e motoscafi. Le Grotte di Rescia, sempre a Osteno, sono un gioiello naturale. Queste caverne, già dal ’700 meta di turisti provenienti da tutta Europa, rappresentano una rarità a livello nazionale.

Andando verso la Valsolda si arriva poi nel “Piccolo mondo antico”: sulla sponda italiana del Lago di Lugano, c’è Villa Fogazzaro Roi, uno dei beni Fai in provincia di Como. E, proprio di fronte alla Villa, il borgo di Santa Margherita, un gioiello incastonato nella natura raggiungibile solo via lago. Fino a qualche decennio fa, si poteva arrivare all’oasi naturale anche con la funicolare dalla Valle d’Intelvi, ora ci sono 1800 scalini da percorrere per guardare il lago dall’alto: dal paese di Alta Valle Intelvi si ammira il Lago di Lugano nella sua interezza. Si sale poi verso la frazione Castello di Valsolda, un borgo a misura d’uomo tra case strette nei vicoli con scalinate in sasso e una vista mozzafiato.

Spostandosi in direzione Menaggio, a Carlazzo, si apre un nuovo mondo con la Riserva Naturale Lago di Piano. Un’oasi faunistica unica, inserita tra le aree protette dalla Regione Lombardia, riconosciuta come Sito di Importanza Comunitaria dall’Unione Europea. Si estende su una superficie di 176 ettari, di cui 85 spettano al bacino lacustre. Trentasei tappe intorno al lago compongono le visite turistiche.

A Porlezza, invece, per gli appassionati di bike, una pista di 12,5 chilometri che porta fino all’Ostello della gioventù di Menaggio. Un tracciato, percorribile anche a piedi, segue l’antica linea ferroviaria Porlezza-Menaggio, attraversa la piana di Porlezza, lungo il torrente Cuccio, raggiunge il santuario del Lago di Piano, incrocia Bene Lario, passando ai piedi del Monte Crocione, e quindi va verso Grandola ed Uniti, dove inizia a scendere in direzione di Menaggio. Il tempo di percorrenza in bike è di 90 minuti.

Secondo una ricerca realizzata dall’Università degli Studi dell’Insubria in collaborazione con la FIAB (Federazione italiana ambiente e bicicletta), il cicloturismo in Italia è ai primi posti della vacanza tipo. La bicicletta non viene utilizzata solo per gli spostamenti quotidiani, ma anche per trascorrere ferie fuori dai canoni tradizionali.  Indagando nel campione degli intervistati è emerso che queste esperienze sono vissute soprattutto in coppia (28%) o con gli amici (23%), le tappe giornaliere sono, per il 70%, tra i 50 e 70 chilometri, e la durata media della vacanza sulle due ruote è di cinque notti con sistemazione in strutture extra alberghiere (B&B).

Secondo questa ricerca, il lago è una delle mete più richieste dai turisti sia italiani che stranieri.

Sulla sponda varesina, da annotare nel taccuino: la via Francisca del Lucomagno, un cammino sacro che passa da Lavena Ponte Tresa per proseguire fino a Pavia. Un percorso di nove tappe che si collega alla Via Francigena verso Roma, uno dei tracciati più antichi della storia romano-longobarda.

Per gli amanti del trekking e della bike: gli innumerevoli sentieri mappati a Porto Ceresio, tra cui quelli per il Monte San Giorgio, luogo Unesco tra la provincia di Varese, le aree dei monti Pravello e Orsa e il Canton Ticino, circondato dai due rami meridionali del Lago di Lugano. Il Monte San Giorgio è tra i più importanti giacimenti di fossili marini al mondo. A Valganna, da ammirare la natura: tra grotte, corsi d’acqua e un laghetto circondato dai canneti.

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