ESTETICA E CIBO IN ORIGINALI OPERE D’ARTE NATURALI

ESTETICA E CIBO IN ORIGINALI OPERE D’ARTE NATURALI

Una manciata di quinoa, una spolverata di curry, un pizzico di cumino, sale rosa dell’Himalaya quanto basta e, per guarnire, polvere di barbabietola e foglie di carciofo essiccate. Questi non sono gli ingredienti per cucinare uno sfizioso manicaretto, bensì alcuni alimenti utilizzati dall’artista fiorentina Licia Fusai per realizzare i suoi quadri ispirati al mondo della natura. Un’idea innovativa nata osservando le opere dell’arte informale di Alberto Burri, un pittore italiano dal linguaggio polimaterico in quanto si avvale dell’impiego di più materiali eterogenei, noto per accostamenti insoliti su tela che giungono a una violenta espressività.

Gli ingredienti naturali utilizzati da Licia Fusai provengono da diverse parti del mondo. “Sale, riso, cereali, pistacchi, farina di mais, barbabietola in polvere e molti altri nutrienti sono originari dell’Italia, mentre le spezie derivano dell’India e dell’Africa, luoghi in cui le erbe aromatiche sono sfruttate per contrastare e combattere le epidemie gastrointestinali – precisa Licia Fusai–. Oggi, le culture medio orientali e africane si sono molto diffuse, e le spezie sono facilmente reperibili nei negozi sotto casa, soprattutto curcuma, cardamomo, curry, pepe e cannella, la spezia che meglio mi rappresenta”.

Il pepe è l’ingrediente che la pittrice predilige. “Rosa, verde, bianco e nero, il più consumato in cucina, sono le varietà che utilizzo”, precisa l’artista. Licia Fusai seleziona i nutrienti da stendere sulle tele in base al periodo e all’umore, per dar vita a soggetti figurativi o astratti dalle nuance sgargianti e dai profumi inebrianti. “Nelle mie opere pittoriche ricreo i miei stati d’animo e trasmetto il calore africano e orientale che si respira nei magici mercati egizi, turchi e marocchini che ho visitato – riferisce Fusai–. Per vivere l’emozione di un tramonto nei toni del rosso, il colore che amo in tutte le sue sfumature, non occorre però necessariamente osservarlo in luoghi lontani”.

Tutte le opere sono incentrate sul cromatismo degli ingredienti, il colore non è mai dato da pennellate di pittura, ma dagli stessi alimenti fissati con delle resine non naturali che lasciano inalterato l’aspetto del quadro, e lo proteggono dal degrado originato dalla luce, del sole o dall’aria.

La passione per la pittura di Licia Fusai è nata a seguito di un grave incidente automobilistico che l’ha costretta a un lungo periodo di riabilitazione. Durante la fase di recupero, la pittrice si è avvicinata alla dieta macrobiotica, apprezzando i benefici dell’alimentazione e l’intensità dei colori dei vari ingredienti.

Il binomio cibo e arte ha permesso all’artista di collaborare con la storica Pasticceria Cucchi, un legame nato un anno fa che sottolinea l’intreccio creativo tra gli originali alimenti e le diverse espressioni artistiche.

In occasione dell’inaugurazione della personale Sapori su tela, in esposizione alla Galleria Immaginaria, è stato possibile degustare le nuove proposte culinarie al sale piccante che la storica Pasticceria Cucchi ha creato con la linea di sali speziati De Chillico. Le prelibate squisitezze richiamano l’esclusiva collezione di opere realizzate con elementi speziati, dal pepe al peperoncino, al sale marino e himalayano, ai semi di soia e di girasole.

La passione per il mondo dell’arte e l’attrazione verso la buona cucina hanno permesso alla pittrice di dar vita a dipinti fantasiosi e originali, vere opere d’arte che rappresentano un gioioso inno alla natura.

Simone Lucci

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LA MUSICA DIVENTA “GREEN” CON I SISTEMI AUDIO ECOSOSTENIBILI

LA MUSICA DIVENTA “GREEN” CON I SISTEMI AUDIO ECOSOSTENIBILI

Ci sono molti modi per produrre un letto, un tavolo o una scrivania. E dormire, mangiare, studiare su un mobile ecologico, realizzato con cura, fa la differenza. Una differenza che si vede nella ricerca delle forme, nei dettagli delle lavorazioni e nella ricerca dei materiali. Sono, infatti, sempre più diffusi gli arredi per interni ed esterni in legno ricavati da foreste correttamente gestite secondo rigorosi standard ambientali, sociali ed economici. Una categoria di prodotti ecosostenibili che si arricchisce sempre più.

I sistemi audio “green” nascono dall’amore per la musica e per la natura della famiglia Marley che, con l’azienda The House of Marley, ha dato vita a una realtà imprenditoriale fondata su tre punti chiave: qualità, eco-sostenibilità e responsabilità sociale. Proprio da questa filosofia, nascono Get Together Mini e Bag of Riddim 2, i due nuovi sistemi audio portatili e da appoggio, e un nuovissimo giradischi dal mood un po’ retrò Stir It Up. Uno strumento per ascoltare i dischi in vinile e per rivivere un rituale fatto di gesti, emozioni che possiede sempre il suo fascino. Il giradischi, inoltre, è dotato di uscita USB per trasferire la musica da vinile a computer, permettendone l’archiviazione digitale.

Per gli amanti della musica e dello sport, sono disponibili auricolari e cuffie totalmente ecosostenibili in ceramica zirconio, legno certificato FSC e alluminio altamente riciclabile. Tutti i sistemi audio sono contenuti in un packaging prodotto per più del 90% da materiali riciclabili.

Il design urban originale, la scelta dei materiali, la qualità del suono e i costi accessibili sono i punti chiave per rispondere ai principi e alla filosofia di 1Love, il movimento globale avviato dalla famiglia Marley che sostiene diverse associazioni di charity e promuove iniziative e cause benefiche dedicate ai giovani, alla tutela del pianeta e alla pace.

Gli articoli del brand sono attualmente disponibili in oltre 20 paesi del mondo dal Nord America all’Europa, dall’Australia all’America Latina, dall’Asia al Medio Oriente.

Speaker, cuffie e sistemi audio sono gli articoli earth-friendly rispettosi dell’ambiente e pensati per tutti gli appassionati della buona musica realizzati con: legno certificato FSC, canapa recuperata, cotone organico, tela, bambù, metalli riciclabili e upcycled REWIND™, un tessuto composto da fibre ottenute da bottiglie di plastica riciclate (PET riciclato).

Simone Lucci

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IL DESIGN CHE STIMOLA LA CRESCITA DEI BAMBINI

IL DESIGN CHE STIMOLA LA CRESCITA DEI BAMBINI

Il fiore (flower in inglese) è l’elemento naturale che a livello metaforico rappresenta il bambino. Maria Montessori è una delle più grandi pedagogiste del nostro Paese e la prima donna a laurearsi in medicina in Italia. Dalla sintesi delle due parole nasce Flowerssori, la linea di arredi e spazi 100% ecologici di ispirazione montessoriana che aiutano e stimolano la crescita cognitiva dei bambini.

I mobili sono realizzati esclusivamente con legni certificati PEFC (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), e con le colle con il più basso contenuto di formaldeide. Nessuna plastica, nessun metallo, solo natura. Ambienti e arredi armonici, ricchi di elementi naturali che offrono spunti interessanti per la crescita dei più piccoli, in quanto sono disegnati sull’ergonomia e la sensorialità del bambino.

All’azienda sono stati attribuiti due importanti riconoscimenti, uno nel campo della pedagogia, poiché la linea Flowerssori è certificata Montessori, e il secondo nel campo del design con la vincita del premio ADI DESIGN INDEX 2013.

La libreria Jump, la piccola sedia Flowerssori, il lettino Montessori, il tavolino/sgabello Flowerssori e il Kit Pappa Felicemente sono alcune proposte multifunzionali, flessibili, regolabili e dinamiche ideate da un gruppo di architetti e dal promotore dell’iniziativa, nato a Chiaravalle, città natale di Maria Montessori.

Il brand vanta, anche, importanti collaborazioni. Il Kit Pappa Felicemente, completato dal suo vassoio, è un set in porcellana creato con la giovanissima designer Miriam Gardelli, lo chef stellato di fama internazionale Mauro Uliassi e Artex – Scenari di Innovazione. Un progetto che sottolinea il forte legame tra il cibo e i bambini.

Ricerca intellettuale, fantasia e design hanno permesso a Flowerssori di realizzare arredi che scommettono sul futuro, ovvero sui bambini.

Simone Lucci

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SCATTI D’AUTORE ALLA MOSTRA MEDITERRANEO UNITO

SCATTI D’AUTORE ALLA MOSTRA MEDITERRANEO UNITO

“La fotografia è un arte; anzi è più che un’arte, è il fenomeno solare in cui l’artista collabora con il sole”, afferma Alphonse de Lamartine. Arte e fotografia, infatti, hanno da sempre camminato l’una al fianco dell’altra influenzandosi a vicenda. Tale equazione si riscontra, anche, al Festival Internazionale dedicato alla Fotografia d’Autore, manifestazione inaugurata presso la sala convegni del Complesso Culturale “Le Ciminiere” di Catania, con la tradizionale consegna del riconoscimento alla carriera (Premio Mediterraneum per la Fotografia d’Autore) al fotografo Francesco Cito.

Gli scatti in mostra invitano a riflettere sulle nostre origini e su tutto ciò che è nato lungo le sponde del Mediterraneo. “Siamo figli della Magna Grecia, di quella civiltà che parlava tanti dialetti e che, in un preciso momento, seppero fondersi e stringersi nella Koinè, ovvero nell’onesta comunicazione affidata a: suoni, immagini e parole condivise con la speranza in un miglior rapporto relazionale. Siamo alla ricerca di una nuova koinè, e riteniamo che la fotografia possa farsi carico di quest’aspettativa”, riferisce Pippo Pappalardo, storico e critico della fotografia.

Mediterraneo κοινὴ (Mediterraneo unito) è, infatti, il tema delle 250 istantanee che compongono le 16 mostre personali di altrettanti fotografi italiani e stranieri. Francesco Cito, Graziano Perotti, Ilaria Abbiento, Roberta Baldaro, Emanuela Minaldi, Salvo Alibrio e Ferdinando Scianna sono gli autori italiani presenti alla mostra.

Quest’ultimo è un professionista molto legato alla sua Sicilia, che ha rappresentato spesso attraverso immagini realistiche. Foto scattate a margine di reportage dagli anni ’60 al 2000. “Non li ho chiamati paesaggi. Solo luoghi che ho incontrato vivendo, lavorando e che hanno richiamato la mia attenzione”, afferma Ferdinando Scianna. Istantanee con uno stile sempre abbastanza lontano per non farsi coinvolgere, sempre abbastanza vicino per sentire le forze emotive, che lo stesso fotografo sintetizza come “le giuste distanze”.

Una giuria ha scelto poi 30 foto tra migliaia di scatti di altri fotografi. Quelli selezionati sono stati pubblicati su Instagram.

La manifestazione, inoltre, è stata arricchita con una serie di incontri dedicati all’editoria con le presentazioni di volumi fotografici tra cui “Istanti di luoghi” di Ferdinando Scianna, “Ultima Sicilia” di Giovanni Chiaramonte, “Il Fotografo e lo sciamano” di Dario Coletti, e interessanti workshop, seminari culturali e tecnici, con la partecipazione di Francesco Cito e Tony Gentile, esponenti della comunicazione visiva.

Simone Lucci

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Fotografi:

Francesco Cito;

Ferdinando Scianna;

Graziano Perotti;

Ilaria Abbiento;

Roberta Baldaro;

Emanuela Minaldi;

Salvo Alibrio;

Sinawi Zen Medine (Francia);

Isabelle Serro (Francia);

Patrick Bar (Francia);

Matic Zorman (Slovenia);

Antigone Kourakou (Grecia);

Clara Abi Nader (Libano);

Gabi Ben Avraham (Israele);

Marta Altares Moro (Spagna);

Samet Ergün (Turchia).

LE PALME DEI GIARDINI SEGRETI IN PIAZZA DEL DUOMO A MILANO

LE PALME DEI GIARDINI SEGRETI IN PIAZZA DEL DUOMO A MILANO

Filari di palme e banani decorano le aiuole attualmente presenti di fronte alla Cattedrale milanese, creando un gioco di vegetazione di grandi foglie sempreverdi, mentre arbusti, graminacee e piante perenni con fioriture alternate durante le stagioni garantiscono sempre vivacità e colore alla città. Questa è l’iniziativa che cambia il look della Piazza del Duomo a Milano, attraverso un progetto di restyling total green dell’architetto milanese Marco Bay, autore di altri lavori dell’Hangar Bicocca, della Deutsche Bank e della Serenissima in via Turati.

“Miami non c’entra, queste piante le posso considerare lombarde perché vivono felici da più di cent’anni nei giardini segreti milanesi anche a temperature rigide – racconta Marco Bay –. E io ho voluto portare in città l’eleganza milanese di questi luoghi, eleganza che già Stendhal aveva ammirato e ricordato. Non ho fatto che compiere un gesto contemporaneo nel disporre le piante in questo modo”.

Un’istallazione che ricorda la piazza centrale della città come appariva tra gli ultimi decenni dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: ampie aiuole con palme basse, che oltre un secolo fa affascinavano i milanesi, mentre oggi fanno tanto discutere. “Sono contento che se ne discuta e che la gente scatti fotografie – afferma l’architetto –. Per esprimere un giudizio bisogna aspettare però la fine dei lavori, in primavera”.

Nel “salotto” più importante del capoluogo meneghino non un giardino, ma un allestimento che durerà tre anni, dove si alterneranno anche altre varietà di piante per arricchire di sfumature la nuova foresta tropicale vegetali: canne giganti cinesi durante la stagione autunnale, un tappeto di bergenia per le giornate primaverili, grandi fiori d’ortensia, Vanille Fraise e ibisco in estate.

Milano pensa in grande e questa volta anche esotico, per regalare ai cittadini un’oasi verde in centro città, grazie al progetto finanziato da Starbucks, la catena statunitense di caffetterie fondata a Seattle da Howard Schultz. Il colosso americano, che ha simbolo una sirena verde e ha aperto nel 2017 la prima caffetteria italiana nell’ex palazzo delle Poste in piazza Cordusio, ha vinto il bando di sponsorizzazione lanciato da palazzo Marino.

“Realizzato nell’arco di un mese, il restyling della Piazza del Duomo dimostra che tali forme di collaborazione tra pubblico e privato sono proficue nel trovare soluzioni che rendano più curate le aree verdi della città – riferisce Pierfrancesco Maran, l’Assessore al Verde –. Le piante sempreverdi donano un tocco esotico alla piazza, mentre gli alberi attualmente presenti sono ripiantati in altre aree di Milano”.

Con il cambio look, Milano si lascia alle spalle l’appellativo di città “triste e grigia”, e si colora di verde senza trascurare delle pennellate di nuance tropicali.

Simone Lucci

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